ALDO DICE 26 X 1. Voglia di ricominciare

Giorni fa mi è capitato per caso di leggere questo post su Facebook: “Appello per tutta la città metropolitana solidale: Stiamo svuotando il residence di via Oglio. Entro questa sera riconsegneremo le chiavi al Comune, come promesso… Ma siamo oggettivamente sfiniti. Chiediamo a tutti di andare in via Oglio ad aiutare a caricare, o alla Torre di via Val Formazza per aiutare a scaricare i furgoni […]”. Mi trovavo a cinque minuti dalla Torre e avevo il necessario per rispondere alla chiamata: due braccia, un paio d’ore a disposizione, voglia di sporcarmi le mani, e ad essere sincera anche una genuina curiosità.
Così è cominciato tutto. Così ho conosciuto il Residence Sociale ALDO DICE 26 X 1.
Cos’è un residence sociale? Un’accurata definizione tecnica è “Spazio polivalente, di utilizzo prevalentemente abitativo”. Giusto, descrizione ineccepibile. Tuttavia vorrei raccontare cosa ALDO DICE 26 X 1 è per me.
Venerdì 7 settembre. Arrivo in via Val Formazza. E’ pomeriggio. Quasi tutti sono in via Oglio o non sono ancora rientrati a casa dal lavoro.
Mi guardo intorno e senza dubbio c’è tantissimo da fare.
Una signora è fuori in cortile, seduta con una gamba poggiata sul muretto. Mi siedo e le chiedo come sta. Parla solamente inglese. Mi spiega che la gamba le fa male e che vorrebbe tanto poter aiutare, fare di più. E’ stanchissima, come lo sono tutti loro. Circa 190 persone che da dieci giorni non dormono su un letto vero e proprio, in attesa di un luogo sicuro dove potersi stabilire. Uomini, donne e molti bambini.
Io mi sento da subito commossa e impotente. D’improvviso vengo a conoscenza di un mondo intero di cui fino a poco prima ignoravo l’esistenza.
Vorrei con tutta me stessa dare conforto alla signora. Sento che parlare la tira un po’ su. Sorrido e le dico che andrà tutto bene, citando la famosa canzone di Bob Marley.
In quel momento succede qualcosa di imprevedibile quanto meraviglioso. La signora risponde “ah che bello, ti piace la musica?”. Prende in mano il suo cellulare e fa partire la canzone “Halleluyah (Hallelujah) di David G” (è proprio il caso di dirlo, sia lodato Shazam).
Canta, con la sua bellissima voce, e si lascia rapire dalla melodia gospel che invoca il suo “sweet Jesus”.
Sono appena arrivata in via Val Formazza e sento già che per quanto io possa spezzarmi la schiena nella fatica che mi attende di lì a poco… rimarrò comunque in debito. Non potrò mai dare più di quanto io stia ricevendo da quella donna.
In un indefinibile lasso di tempo, la canzone termina e dolcemente entrambe torniamo nel mondo reale.
Arriva qualcuno e spiego che ho solo letto un messaggio su Facebook e mi sono presentata lì.
Dopo non molto mi ritrovo a fare su e giù per le scale infinite volte. Aiuto Sarr a portare le sue cose al sesto piano. Non sento fatica. Sento solo Sarr che mi racconta di come è strana la vita, di sua moglie e di come lei e i suoi figli vengano prima di tutto il resto. E’ magro, davvero magrissimo. Ma porta su le cose pesanti, consentendo a me di prendere solo cuscini e coperte leggere, e ringraziandomi mille volte per l’aiuto.
Quando torno giù e mi siedo sul muretto a riposare, l’uomo accanto a me nota che i bambini continuano a giocare senza sosta da ore. Mi spiega che hanno finalmente uno spazio dove possono correre liberamente. Sono bellissimi mentre si rincorrono e urlano di gioia.
Quindi, ancora una volta, cos’è ALDO DICE 26 X 1?
E’ tutto questo. E’ un progetto di reinclusione abitativa. E’ un collettivo. E’ una comunità che vuole trovare una casa per tutti. “Nessuna casa senza persone e nessuna persona senza casa”.
Un punto di vista che troppo spesso non viene considerato. Milano è colma di innumerevoli edifici abbandonati, che causano degrado ai quartieri di periferia e non solo.
Questa settimana il collettivo si è trasferito alla Torre 3 delle Torri Ligresti (oggi UnipolSai) a ovest della città. La Torre era vuota da ben 25 anni.
“Il collettivo ha già informato la proprietà e ha presentato una proposta relativa alla permanenza nel sito che riguarderebbe la cura dell’immobile abbandonato e un contributo economico per alcune spese. Noi confidiamo nella ragionevolezza delle proprietà” ha dichiarato un rappresentante del collettivo.
“Ogni anno noi facciamo risparmiare alle amministrazioni, cioè i cittadini, oltre 5 milioni di euro (una famiglia ospitata nelle comunità convenzionate costa centinaia di euro al giorno) ed ospitiamo solo cittadini in diritto di assegnazione E.R.P.”.
Mentre aiuto con il trasloco vedo molti strumenti musicali. Mi spiegano che il Social Club suona ogni venerdì sera per tutti a entrata libera.
Il 14 settembre lo faranno per la prima volta nella nuova sede, con la musica di Rodrigo Amaral & Friends, “ed è solo l’inizio di una grandissima stagione musicale!”.
Sarà una grande festa, di speranza e buon augurio per questo nuovo inizio.
Ogni info alla pagina Facebook “Residence Sociale ALDO DICE 26 X 1” e approfondimenti sulla loro storia nel sito residencesocialealdodice26x1.simplesite.com
C’è voluto tempo e sana fatica per aiutare queste famiglie nel trasloco, ma per affezionarsi a tutti loro… non c’è voluto niente.