Una vita sui dischi – Dj Aladyn

Nuovo appuntamento con la rubrica Fiori di Cemento. L’ospite di oggi ha scritto la storia del turntablism italiano, da vent’anni sui dischi, più o meno dagli stessi in radio. Ciao Aladyn, benvenuto su Fiori di Cemento. Vorrei partire con il dubbio che sta tenendo col fiato sospeso i fan. I Men in Skratch stanno tornando?
Ciao, è un piacere fare due chiacchiere con voi. Ti dico solo che nel 2017 Men In Skratch compie 20 anni. Ci saranno delle belle novità.
Come Men in Skratch avete vinto il titolo italiano DMC Team nel 2000 e nel 2001, partecipando a due finali mondiali consecutive. Il ricordo più bello legato a quegli anni?
Per chi ama lo scratch il sogno nel cassetto è quello di vincere il Dmc e ricordo benissimo quando nel 2000, a Rimini, hanno annunciato Men In Skratch campioni Dmc Team Italy: il sogno si è avverato. La mia prima volta a Londra, conoscere e sfidare i dj’s più forti del mondo è stato e rimarrà per sempre uno dei ricordi più belli della mia vita.
Perché in Italia non è ancora arrivato un altro Aladyn, un altro Myke o Yaner?
Sai, nel lontano 1997 uomini in completo nero vennero a farci visita: a casa mia, da Myke e in seguito da Yaner.
Dopo questo incontro abbiamo incominciato ad approfondire gli studi sul giradischi ed elaborare una teoria di carattere metafisico sull’associazione tra suoni, vinili e altri elementi.
In poche parole, il puzzle M.I.S. è ampio e vario e si estende molto al di fuori dei confini del turntablism.
Il tuo amore per i dischi com’è nato?
Ascoltavo i vinili dei miei genitori, musica italiana,funk,liscio,rock… E’ grazie a loro se ho scoperto l’arte del disc jockey, mi portavano sempre in discoteca con loro e mi ricordo che rimanevo ipnotizzato da quella figura in consolle.
Di M.I.S. s’è parlato. Nel ’99, da giovanissimo, hai accompagnato Jovanotti in tour in Italia e in Europa, dal 2002 sei a Radio Deejay, più tutti i progetti solisti dagli esordi ad oggi. Ti senti il dj più poliedrico e attivo d’Italia?
Grazie al tour con Jovanotti è cambiato l’approccio con la gente, arrivavo da piccole serate fra amici nel bar dei miei genitori, trovarsi a suonare nei festival con davanti 20mila persone è stato un bel flash.
E’ la passione che mi ha creato questa strada e fatto attraversare in questi anni diversi mondi musicali e situazioni diverse fra loro.
Nel 2005 e nel 2006 hai aperto le date italiane dei Prodigy in Italia. Che esperienza è stata?
E’ stata un’esperienza incredibile!!
Suonare un set a quattro mani con Myke, nei palazzetti strapieni e vedere con la coda dell’occhio ai lati del palco mentre stai screcciando Keith Flint preso bene che ti fa le corna R’n’R non ha eguali.
Da quando hai iniziato ad oggi com’è cambiato il ruolo del dj nel panorama musicale?
Come ho detto in altre interviste penso che da quando ho iniziato nei primi anni ‘90 ad oggi siano cambiate molte cose. Adesso i dj sono visti come delle star e a me personalmente questa cosa non piace.
La maggior parte di questi pseudodjstardelsync stanno tutto il tempo in consolle a ballare e farsi i selfie. Il business negli anni ha manipolato e modellato a proprio gusto questa arte facendola diventare un fenomeno da baraccone. Io continuo a testa bassa e ogni giorno cerco di migliorarmi, non smetto mai di studiare questo strumento per me sacro chiamato giradischi.
Hai lavorato con tantissimi artisti di spicco, italiani e stranieri. C’è qualcuno che vorresti aggiungere alla schiera?
Fra i produttori John Carpenter. Voce in un futuro pezzo Beth Gibbons.
Nuovo lavoro in arrivo, ci anticipi qualcosa?
Il 15 Aprile è uscito il mio nuovo singolo firmato Dj Aladyn feat. Animor, dal titolo For Ella con Time Rec, inoltre sto lavorando ad altri due progretti che a breve vedranno luce: The Blues Picks con Chris Lavoro verso fine maggio e The Spooky Scientists con Marco Trentacoste verso ottobre 2016.
Nel 2017 il viaggio continua nel mondo dei fumetti horror…
Ringraziamo Dj Aladyn e gli facciamo un grosso in bocca al lupo per tutti i progetti futuri.
Grazie a voi!