Enzo Dong, la nuova scuola partenopea

Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Fiori di Cemento’. Abbiamo oggi il piacere di ospitare uno degli emergenti più in vista della scena, il guaglione più in forma di Napoli. Ciao Enzo, benvenuto su Fiori di Cemento. Giorni fa hai pubblicato il video di ‘Sott e bas’, più di ventimila visualizzazioni in due giorni e in rotazione su MTV. Soddisfatto?
Ciao ragazzi, è un enorme piacere tornare nella vostra rubrica. Vi dirò la verità, sono molto contento dei risultati che sta ottenendo il nuovo singolo. Statisticamente paragonato a “Che Guard A Fa”, che fino all’arrivo di “Sott e Bas” era la mia traccia solista più forte, questa nuova l’ha battuta in partenza visto che la risposta del pubblico che inizia man mano a seguirmi è stata maggiore rispetto a prima. Anche se, come ovviamente credo debba essere, non sono per niente soddisfatto, anzi, sto lavorando molto e assiduamente per restare fluido con le nuove uscite e superare tutto quello che ho fatto fino ad ora. Siamo solo all’inizio.
Sei cresciuto tra Secondigliano e Scampia, due dei quartieri più difficili di Napoli, e in molti pezzi rivendichi con orgoglio la tua appartenenza. Quant’è complicata la vita di un ragazzo dei quartieri e quante possibilità ci sono di emergere? “Soffrire godendo dei vantaggi che la nostra periferia ci offre”, questa è una delle frasi che mi viene spesso in mente quando vedo quello che succede nei rioni come il mio. Per emergere credo sia necessario farsi carico dei propri problemi e di quelli che l’ambiente circostante ci dà, per sfruttarli al meglio, assorbirli e trasformarli in qualcosa di positivo. Molti amici della mia zona non hanno nulla, si sentono costretti a fare quello che fanno non per sfizio ma per necessità. Purtroppo alcune persone riescono a recepire solo nero, quando nella scala dei colori c’è una vasta gamma di scelta, bisogna saper osservare.
Torniamo un attimo a ‘Sott e bas’. Con l’uscita del video sei stato sponsorizzato pure da Gue Pequeno, che proprio a Scampia ha girato quello di ‘Tuta di Felpa’. Il guercio è un personaggio che divide scena, critica e pubblico. Tu che ne pensi di lui? Credo che Gue Pequeno sia veramente uno dei pochi artisti o forse l’unico che rappresenti l’Italia nel mondo, attira una critica incredibile anche per questo. Bisogna prendere solo da esempio rapper come lui che concretizzano parole in fatti. Ne approfitto per salutarlo e lo ringrazio della disponibilità che ha avuto nei miei confronti durante le riprese del video e anche al di fuori.
Hai iniziato giovanissimo, riscuotendo fin da subito la stima di parecchi esponenti della scena partenopea, penso soprattutto ai Fuossera. Ti senti la voce di una nuova scuola partenopea? Lascio che siano le persone a darmi questo giudizio, a parer mio il tempo darà le sue risposte. Fatto sta che non vedo l’ora di diventare la voce di chi ha bisogno della mia musica, dentro e al di fuori dell’ambito partenopeo.
Un rapper napoletano deve rappare in dialetto? Credo che ognuno debba essere libero di esprimersi come vuole, l’appartenenza non deve rinchiudere in un recinto il rapper ma spingerlo oltre le proprie mura. Il rap è nato per aggregare, non per dividere le masse. Io, ad esempio, nei primi pezzi che ho lanciato sul web tipo “D-Muta” o “Impero” rappo totalmente in italiano, ma comunque alternando le tematiche sociali del mio quartiere ad altre più globali.
Un artista con cui ti piacerebbe collaborare?
Mi piacerebbe molto collaborare con Salmo e con Gue Pequeno, ed ovviamente con Marracash, che per me rappresenta l’apice della scrittura rap italiana. Poi ce ne sono molti altri ancora ma la lista sarebbe troppo lunga.
Finora una raccolta di freestyle e tanti singoli. In questo 2016 possiamo attenderci un mixtape o addirittura il primo album ufficiale?
Questo 2016 sarà il mio vero inizio, l’ho promesso a me stesso e a chi soffre per me tutti i giorni standomi dietro. Ci saranno altri singoli in arrivo che accompagneranno l’arrivo del primo progetto ufficiale, e poi una chicca che non svelo ancora ma vi consiglio di tenere gli occhi aperti.
Ringraziamo Enzo Dong e gli facciamo un grosso in bocca al lupo per tutti i progetti futuri.
Saluto la mia squadra di lavoro RCMusic e tutte le persone che leggeranno quest’intervista. A presto ragazzi!