21 anni di rap: Tormento
Ciao Torme e benvenuto a Fiori Di Cemento, le presentazioni per te non servono, sei una colonna portante del rap italiano: 9 lavori da solista, 4 con i Sottotono più 2 raccolte e per non farti mancare nulla 2 lavori con tuo fratello Esa con il progetto Siamesi Brothers. Live e collaborazioni non li elenchiamo altrimenti non finiamo più, cominciamo con qualche domanda: sei sulla scena dal 1994, quanto e come è cambiata da allora ad oggi?
Ora con la presenza del digitale è totalmente diverso, noi ai tempi venivamo dal mondo dello skate, dove dovevamo inventarci i tricks ed allo stesso modo ci siamo inventati il modo di fare rap, considera che avevamo a disposizione i registratori a quattro tracce allora (ride). Il nostro rap era la semplice evoluzione di un genere che in America già andava tantissimo.
21 anni di devozione al rap, il ricordo più bello della tua carriera?
Tantissimi, le parole dei fan ed i complimenti per quello che fai sono lo stimolo continuo per andare avanti, un bel ricordo che magari mi viene in mente adesso è l’esperienza legata alla produzione di “Alibi”. L’ho registrato a Grottaferrata al Forward Studios con professionisti di livello altissimo e con tantissima esperienza alle spalle, ti parlo di gente come Micheal Baker, Sonny T, Bashiri Johnson, Tommy Barbarella per farti alcuni esempi ed il tutto registrato in uno studio bellissimo.
Sappiamo che stai lavorando al nuovo album, ci dai qualche anticipazione?
Ti dico che la data di uscita è fissata al due giugno e a breve pubblicheremo la copertina.
Pochi giorni fa sei salito sul palco dello Zoobar a Roma, lo show lo ha aperto un giovane: Saint. La tua sul pubblico romano e su Saint.
Roma è una piazza difficilissima, suonarci non è mai facile ma il pubblico sabato scorso è stato pazzesco, vederli cantare fino alla fine è stato bello. Saint è andato alla grande, ha la stoffa giusta per fare bene, deve capire alcuni trucchi ma quelli li capirà solo con l’esperienza, live dopo live.
Rimaniamo sull’argomento live, ne hai fatti un numero spropositato, raccontacene uno che ti è rimasto particolarmente impresso.
Ogni live è un ricordo bellissimo, trovarne uno in particolare è dura ma sceglierei tra i primi quindi al periodo della gavetta oppure quando abbiamo vinto il Festivalbar nel ’97 a Napoli, vedere centomila persone in piazza è stato davvero emozionante.
Cambiamo argomento, sappiamo che hai un ottimo rapporto con tuo fratello Esa; lato positivo e lato negativo di tuo fratello, sempre musicalmente parlando.
Il lato positivo è che non si ferma mai, è sempre pieno di entusiasmo e di voglia di fare; il lato negativo probabilmente è che è così legato all’underground da non avere mai insistito più del dovuto sulla parte mainstream nonostante abbia tutte le capacità per piacere anche a quel tipo di pubblico.
Domande di rito: hai diviso il mic con gran parte della scena rap, il rapper con il quale ti sei trovato meglio a collaborare ed un rapper con il quale faresti volentieri un featuring.
Per motivi scontati ti dico da subito mio fratello Esa, ci capiamo al volo ma escluso lui ti dico senza dubbi Primo, l’esperienza fatta insieme con “El Micro De Oro” è stata davvero speciale. Un featuring che mi piacerebbe fare in futuro, ti dico Snoop Dogg, è un sogno che ho fin da piccolo e realizzarlo sarebbe stupendo.
Allontaniamoci dal rap: musicista con il quale ti piacerebbe lavorare?
Robert Glasper che nonostante faccia principalmente Soul e Jazz, lo sento molto adattabile all’Hip Hop ed il batterista Chris Dave, un genio.
A nome di tutta la redazione ti ringrazio per l’intervista e un grandissimo in bocca a lupo per il tuo album in uscita a giugno. Grazie ancora.
Lorenzo Bruno
17 aprile 2015