Rap, metal e film horror…parola a Metal Carter
Ciao Marco e benvenuto alla rubrica “Fiori di Cemento”, ti ringraziamo per l’intervista da subito. Da quest’estate sei fuori con il tuo ultimo lavoro “Dimensione violenza”, come stanno andando le cose?
Molto bene. Sono soddisfatto del mio lavoro e nonostante il prodotto sia “di nicchia” duro e folle ho avuto un’ottima risposta di pubblico.
Facciamo parecchi passi indietro, tu non hai cominciato con il rap se non erro ma con il metal, poi, uscito da una serata rap, qualcosa è cambiato. Ci spieghi bene che cosa ti ha spinto a dedicarti al rap?
Si ho iniziato a suonare la batteria per vari gruppi metal praticamente da bambino (tipo dai 12 ai 16 anni)… verso i 15/16 anni sono andato in fissa col rap per il fatto che frequentavo quotidianamente mcs e writers romani e stando con loro ho potuto avere un’approccio naturale a questo genere di musica. Il mio amico Kimo(il primo dj dei Truceboys)mi portò alle prime serate rap e andai in fissa.
Per quanto riguarda il rap americano all’epoca ascoltavo soprattutto: Public Enemy, Cypress Hill, Lords of Brooklin, Funkdoobiest,House of Pain, Snoop Dog…
Ormai sono anni che calchi il palco, un live che ti è rimasto impresso ?
Non c’è un live che mi è rimasto particolarmente impresso. Ogni live è un’emozione stupenda.
Domanda che abbiamo fatto a tutti gli altri rapper intervistati prima di te: puoi scegliere un artista per un featuring, con chi divideresti le barre?
Ci sono tanti rapper che supporto e rispetto. Loro sanno chi sono. Non faccio una lista perché potrei scordare qualcuno.
Ora, grazie ad internet, mettersi in mostra nel rap è sicuramente più semplice rispetto a quando hai iniziato tu, la gavetta prima era molto più dura. L’uso dei nuovi mezzi di comunicazione è più un bene o un male per la scena?
Penso che sia sicuramente un bene, anche se come tutte le cose ha ovviamente i suoi pro e i suoi contro.
Evito la domanda “perchè nei tuoi testi si parla spesso di morte?” penso sia una delle domanda che ti ha fatto più volte e sappiamo che sei legato molto al genere horror, da specialista in materia consigliaci qualche film.
Ce ne stanno una marea…
Visto che l’italia ha dato tanto a questo genere e viene riconosciuto in tutto il mondo vi consiglio 3 film italiani:
“Buio Omega” di Joe D’Amato, “Voci dal Profondo” di Lucio Fulci e “La casa dei sortilegi” di Umberto Lenzi… i primi 3 che mi sono venuti in mente al volo…
Ultime due domande, la prima: come nasce la collaborazione con l’etichetta che ha prodotto “Dimensione Violenza”, Mandibola Records?
Ice One è stato il tramite tra me e la Mandibola Records. Lo saluto e lo ringrazio.
Anche Denay e Fetz Darko, che frequento e frequentavo, hanno firmato lo stesso periodo con loro. Il boss della Mandibola/Irma e il suo staff ci sanno fare.
Il video “Minaccia” è stato prodotto da HB Production in collaborazione con gli Hot Boys, cogliamo l’occasione per salutarli. Personalmente ho avuto modo di collaborare più volte con loro e come redazione siamo riusciti a strappare un intervista ad uno dei loro componenti, tornando a te: come ti sei trovato e sopratutto come è nata questa collaborazione? Il video mi è piaciuto molto, ripeterete l’esperimento in futuro?
Ci siamo conosciuti ad una festa di un’amico in comune. Mi sono trovato benissimo con loro, sono tutti ragazzi in gamba : precisi,professionali,simpatici e intelligenti. Anche loro si sono trovati bene con me quindi in futuro abbiamo intenzione di collaborare ancora .
Ti ringraziamo per l’intervista e ti auguriamo un grosso in bocca a lupo.
Grazie a te per l’intervista e spignemo forte sto ca..o de rap!!
Lorenzo Bruno
24 novembre 2014