1990. La dissonanza (non solo) emotiva di Achille Lauro

È uscito 1990, il nuovo disco targato Achille Lauro, un introspettivo viaggio di ritorno agli anni della dance, con un sound che ripropone alcune grandi hit indimenticabili e con dei testi che raccontano il mondo interiore tipico di Lauro.

1990. La veste vintage del divo del trasformismo
Re della dissonanza, Achille è come una puntata di Game of Thrones. Non bisogna mai affezionarsi a un personaggio, perché da lì a breve di certo non farà più parte della trama. Nato con la veste da rapper, il trasformismo di Lauro ha mutato pelle così tante volte che abbiamo ormai perso il conto e oggi si propone al pubblico come un pink king della dance, un divo che riecheggia il concept e l’estetica di Chromatica della regina del pop, Lady Gaga.
Lauro comunque piace, Lauro comunque conquista sempre il suo pubblico. La collaborazione con artisti quali Alexia e gli Eiffel 65 danno una maggiore consacrazione anni ’90 all’album e sono proprio You and Me e Blu i pezzi che forse convincono maggiormente. Ma manca uno scossone, uno sprint che lo possa discostare nettamente da una semplice macchietta un po’ monotona della dance anni ’90. Non è un revival fine a se stesso, che sia chiaro, Lauro infatti è evidente e non latente. 1990 è il Lauro provocatore in veste vintage, sebbene a deludere sia invece il sound, spesso inappagante.

1990. Alla ricerca di una pelle nuova
Eccoli qui i miei dolci sogni
Tu sai che posso essere chiunque
Dopo aver banchettato coi diavoli
Tu sai chi sono, ma le luci non si spengono mai
Le telecamere riprendono quello che faccio ed io
Così puoi vedere chi sono, ma lo spettacolo non è finito
Non devo neanche sporcarmi le mani, ci crederesti?
Devo solo stringerle, pensa come sono cambiato. (Dissonanza emotiva)
Nella versione Deluxe del disco il dandy di borgata parla direttamente al suo pubblico e lo fa raccontando se stesso, tra nostalgia e introspezione, con il solito marchio iconoclasta presente qui in Ave o Maria e nell’immagine promozionale del disco, che lo vede in versione Ken di Barbie, con stivaloni con tacchi a spillo su una croce di gomme di masticare.
Con questo nuovo lavoro Lauro riprende quindi le grandi hit della dance anni ’90 e le immerge nel suo privato immaginario, creando un prodotto musicale che è il caleidoscopio della sua stessa personalità, con tutte le sfaccettature che lo portano anche al compiere un ritorno al rap con Scat Men, in collaborazione con Ghali e Gemitaiz e con la produzione di Durdust e Gow Tribe.
Se come già detto You and Me e Blu sono sulla giusta strada, non tutti i pezzi però convincono a pieno. Per esempio, balleremo sicuramente per tutta l’estate sulle note di Summer’s Imagine, sebbene non sia uno dei pezzi più riusciti dell’album, in cui viene sacrificato a un ruolo che gli sta un po’ stretto Massimo Pericolo.
Chiude il disco il feat con Benny Benassi, prodotto da Gow Music, Diva e Marnik, I Wanna Be an Illusion. È forse questo 1990? Un’illusione? Il divo del trasformismo cerca con questo concept album di trovare il suo posto o vuole solo distrarsi con un divertissement sperimentale che possa accompagnare l’estate 2020? Lo scopriremo nella prossima puntata.