Ddl Cirinnà e quella politica da stadio che non fa bene a nessuno

Indipendentemente da quale sia la vostra posizione riguardo ai matrimoni gay ed alla stepchild adoption, credo che tutti possiamo concordare su come il dibattito relativo a tali tematiche abbia risvegliato in Italia un attivismo politico e sociale che non si vedeva dai tempi dei V-day anti-Berlusconiani. In questi giorni, aprendo un qualunque giornale o seguendo una qualsiasi trasmissione televisiva, tutti quanti sembrano essere presi da una smania incontrollabile di pronunciarsi a favore o contro il contestato Ddl Cirinnà, giustificando la propria posizione con spiegazioni che spaziano dalla scienza alla filosofia. Purtroppo però, l’eccessiva attenzione mediatica creatasi nell’ultimo periodo ha fatto sì che il dibattito politico scadesse nel più becero populismo, assumendo toni e slogan che si addicono più ad una curva di stadio che ad una controversia politica.
Proprio in quest’ottica, nella domenica del Family Day, entrambi gli schieramenti hanno raggiunto il culmine dell’idiozia. Chi scende in piazza sostenendo che le persone omossessuali abbiano turbe psichiche e che siano un domani destinate a diventare pedofili non è infatti bigotto e fascista ma è piuttosto una persona per la cui ignoranza provare pena, pietà e misericordia. Allo stesso tempo però, chi augura a Giorgia Meloni di perdere il bambino o fa umorismo di cattivo gusto su alcuni avvenimenti avvenuti in determinate famiglie eterosessuali si pone sullo stesso (infimo) livello dei sopracitati antagonisti.
Personalmente credo che la polarizzazione raggiunta riguardo alle tematiche dei matrimoni gay e delle stepchild adoption non giovi a nessuno, poiché essa ha portato ad un’eccessiva semplificazione di questioni così complesse da non poter essere ridotte a slogan del tipo “I bambini vogliono solo amore” o a “qui per amore dei nostri figli”. Trovo che sia più che legittimo avere qualche dubbio su quello che rappresenterebbe il cambiamento antropologico più radicale nella storia del nostro paese così come trovo estremamente comprensibile il desiderio, se non proprio il bisogno, di alcune coppie omossessuali di poter aver diritto alla genitorialità. Proprio per questa mia indecisione mi farebbe piacere ascoltare dibatti accessi ma fondati sul rispetto, vorrei leggere analisi filosofiche e studiare report scientifici piuttosto che dovermi sorbire soliloqui pieni di luoghi comuni ed estremismi. D’altro canto però, se vi scrivo da ‘Al di là della Manica’, un motivo ci sarà pure.