Alfano vs Renzi, sarà stepchild o stop child adoption?

Teso il clima in Senato in queste ore che separano la scelta del voto finale sul ddl Cirinnà, voto che avverrà domani.
La tensione si avverte in particolar modo da parte del Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che cerca in queste ultime ore un appoggio per bloccare la stepchild adoption e lo fa appellandosi ai senatori cattolici che sono all’interno di tutti gli schieramenti politici.
«Spero – ha dichiarato Alfano – che i Cattodem abbiano coraggio per votare no alla stepchild adoption e che numerosi grillini votino no in modo tale che la stepchild salti. Poi, se fossi il leader del Pd io la stralcerei».
Le sorti stesse dell’Ncd sembrano in discussione, poiché appare evidente che gli sforzi di cercare equilibrismi a prescindere, stiano conducendo il partito ad un’esplosione. Sembrano di fatti mancare gli equilibri all’interno dello stesso partito e una dimostrazione viene dagli innumerevoli sforzi che il Ministro Alfano sta sostenendo.
Stando ad alcune notizie, sembra che giorni fa Alfano si sia recato da Renzi per chiarire sulla questione delle amministrative, dichiarando al premier tutto l’appoggio di Ncd: «Da Milano ad Agrigento, purché mi sia chiaro lo spazio politico per fare qualcosa insieme».
Purtroppo però, dato anche lo stato precario in cui versa il ddl Cirinnà, fiore all’occhiello del Premier Renzi, anche a causa delle opposizioni che Alfano sta muovendo, la risposta che è giunta da Matteo Renzi non è delle più accomodanti per il leader Ncd: «Angelino, non mi interessa. Anzi, sai cosa ti dico? Forse è meglio che te ne torni ad Arcore…».
Un unico intento insomma, per Alfano, sul quale spendere tutte le forze: far saltare la norma; intento però che sta mettendo a repentaglio i suoi rapporti politici con il Pd e con lo stesso Renzi.
Renzi sembra procedere con fare tranquillo, preparando il cosiddetto “canguro” o il piano B di Renzi, com’è stato definito, per scavalcare gli emendamenti.
La prima firma che porta l’emendamento-canguro è quella del renziano Andrea Marcucci, si chiede così, con questa via, lo spacchettamento dell’emendamento sulle adozioni in due parti, una sui diritti e una sulla stepchild.
Intanto si esprime anche il Ministro Lorenzin, che sostiene la necessità di discutere in un secondo momento, in un testo differente, sulle adozioni, compresa la questione dell’utero in affitto, trattando sia la questione delle coppie omosessuali che di quelle eterosessuali, senza distinzione alcuna.
Ribadisce il Ministro Beatrice Lorenzin, che forse, proprio perché la questione “adozioni” è delicata e i pareri dei politici in merito sono discordanti, è il caso di partire dalle basi del problema, ad esempio, propone il Ministro, partire con l’esaminare le liste di attesa dell’adozione dei bambini e capire perché queste siano così lunghe.
Insomma, in questo quadro precario, che nulla di certo sembra avere, si vedrà domani cosa succederà in aula per il tanto atteso voto sugli emendamenti al ddl Cirinnà; difficile fare pronostici data la rinomata instabilità dei numeri del Senato.
I “no” sicuri giungeranno da tutto il gruppo di Ap (32), Cor (9), Lega (12), circa 35 dei 41 senatori Fi, i 15 senatori Gal.
Quindi, a parte i 25 senatori cattodem, contrari alla stepchild, vi sono i senatori del M5S, di cui il 90% dovrebbe essere favorevole, come affermato oggi da Gianluca Castaldi, senatore pentastellato; le incertezze sul voto però sono molte e riguardano anche i banchi autonomi, sono i banchi dei senatori a vita, resta incognito anche il voto di Mario Monti, appartenente al gruppo misto.
Vedremo quindi domani cosa succederà nell’Aula del Senato e soprattutto si vedrà se l’ottimismo di Renzi, nonostante la situazione sia traballante, abbia ragion d’esistere, anche perché tutto può accadere, soprattutto con il voto segreto; quindi tutto sembra possibile e nulla certo.