Passata con 371 voti la spending review: ora è legge
La spending review ha fnito il suo iter parlamentare ed ora è legge dello Stato. Il decreto è stato approvato in via definitiva, dopo fiumi di dibattiti dell’uno e dell’altro schieramento, con 371 voti favorevol, 86 voti contrari e 22 astensioni. Oggi, un momento di dissenso si è avuto contro l’esecutivo da parte di diversi parlamentari del Pdl che, per protesta contro le affermazioni di Mario Monti nell’intervista rilasciata al Wall Street Journal, hanno lasciato l’Aula di Montecitorio battendo il governo.
Anche il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, ha espreso qualche malumore, affermando: “questa spending review qualche imperfezione ce l’ha. Ci sono cose che vanno un pò riviste, come sulla scuola. Si tratta di tagliare gli sprechi ma non la spesa sociale. A partire dalla legge di stabilità ci aspettiamo che si possa fare qualche correzione”.
L’Idv invece, come previsto, ha votato contro il provvedimento ed ha negato la fiducia al governo. Il suo leader Antonio di Pietro ha detto:“si tratta di un provvedimento incostituzionale che il presidente della Repubblica avrebbe dovuto respingere, ma oggi Giorgio Napolitano è uno sconosciuto, nel senso che mi è difficile riconoscerlo nel suo atteggiamento attuale”.
Gli effetti di questa legge saranno: tasse universitarie più alte per i fuoricorso, compensato dal blocco delle tasse per i meno abbienti fino al 2016; l’addizionale Irpef più cara per le regioni in deficit sanitario; il tetto a 300mila euro per gli stipendi dei manager e austerity anche in Bankitalia, ma arrivano 800 milioni per i comuni.
Altre novità riguardano:
FARMACI, per i quali resta l’obbligo per il medico di indicare il principio attivo nella ricetta, con facoltà di indicare il nome del farmaco, motivandolo per renderlo vincolante per il farmacista
PROVINCE, non saranno più accorpate ma subiranno un riordino seguendo i criteri delle dimensione territoriale non inferiore a 2.500 chilometri quadrati e popolazione residente non inferiore a 350mila abitanti.
TERREMOTO EMILIA, saranno disponibili 6 mld di euro, destinati a imprese e cittadini. I comuni e il commissario regionale potranno fare assunzioni a tempo determinato per affrontare l’emergenza.
RICERCA, non sarà piu fatto il taglio dei 30 mln ai fondi per la ricerca.
INTERCETTAZIONI, sale a 25 mln il taglio delle risorse destinate alle intercettazioni telefoniche.
PENSIONI DOCENTI, gli insegnanti che avranno maturato i requisiti entro il 31 agosto prossimo potranno andare in pensione con le vecchie regole, se rientrano nella categoria docenti in esubero.
SCIOPERI SERVIZI PUBBLICI, raddoppiano le sanzioni previste dalla commissione di garanzia sullo sciopero dei servizi pubblici essenziali, per l’adeguamento da lira a euro.
INDENNITA’ DOCENTI UNIVERSITA’, i docenti universitari, che rientrano in ruolo dopo un incarico diverso non potranno più cumulare le indennità allo stipendio.
CINEMA, niente tagli per il Centro sperimentale di cinematografia, per l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi e per la Cineteca nazionale.
TAGLI MINISTERI, sei mesi in più per la riduzione del personale dei ministeri dell’Interno e degli Esteri.
PREFETTURE: salgono al 20% i risparmi che dovranno arrivare dalla trasformazione delle prefetture da ufficio territoriale del governo a ufficio territoriale dello Stato.
DISMISSIONE SOCIETA’ IN HOUSE, saranno sciolte o cedute le società controllate direttamente o indirettamente dalle pubbliche amministrazioni e laddove non sarà possibile per l’amministrazione pubblica controllante, si farà ricorso al mercato privato.
AGENZIE ENTI LOCALI, salta l’obbligo per Regioni, Province e Comuni di sopprimere o accorpare i propri enti ed agenzie, ma devono ottenere un risparmio del 20% per la loro gestione.
Sebastiano Di Mauro
7 agosto 2012