Sequestrati gli allevamenti di Green Hill a Montichiari (BS)
Il Corpo Forestale dello Stato ha sequestrato gli allevamenti di “Green Hill”, la nota azienda di Montichiari (Bs), che alleva cani beagle per i laboratori di vivisezione di tutta Europa. Alle operazioni, disposte dalla Procura della Repubblica di Brescia, hanno partecipano circa 30 forestali dei Comandi provinciali di Brescia e Bergamo, congiuntamente al Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali (NIRDA) e personale della Questura di Brescia.
Il Corpo Forestale dello Stato rende noto, che nell’ambito dell’operazione sono indagate tre persone, in concorso, per il reato di maltrattamento di animali (art.544 ter cp), precisando che le operazioni di sequestro “sono ancora in corso e andranno avanti per molte ore”. Pertanto non si conoscono ancora esattamente l’entità numerica dei cani presenti nella struttura, che è molto vasta.
E’ stato pure precisato che i cuccioli di beagle non potranno comunque uscire dall’azienda ed i rappresentanti della Green Hill sono stati nominati custodi giudiziari assieme al sindaco della cittadina lombarda e alla locale Asl, con l’obbligo di cura e alimentazione degli animali”.
La struttura “Green Hill è composta da 5 capannoni nei quali, vivrebbero circa 2.700 tra fattrici e cuccioli e sempre secondo la lega, “le condizioni di mantenimento degli animali non soddisfano le necessitaà etologiche e fisiche degli animali”, che come denunciato la Lav, “vengono allevati in massa e cresciuti senza vedere la luce del sole o poter passeggiare all’aria aperta, mantenuti all’interno di gabbie di dimensioni esigue, dalle quali escono solo al momento di essere trasferiti presso la loro destinazione finale: il laboratorio. Da alcuni anni Green Hill e’ di proprieta’ di un’azienda americana, la Marshall Farm Inc, il piu’ grande “produttore”.
La legge italiana limita fortemente l’utilizzo di cani, ma nonostante il vincolo dell’autorizzazione specifica, sono ancora tantissimi gli stabulari che utilizzano questa specie. In Italia, circa 1.200 cani all’anno (statistiche G.U.53) vengono sottoposti a test tossicologici, prove per farmaci e per la produzione di apparecchiature. Però, secondo il prof. Garattini, chiudere gli allevamenti, vorrebbe dire “addio alla ricerca”.
Secondo la Lav, gli animali coinvolti nella sperimentazione sono circa 150 milioni ogni anno, allevati per fini scientifici in base alla direttiva europea 2010/63UE ed al decreto nazionale vigente 116/92. Non vi sono limiti alle specie che possono essere impiegate nelle procedure: cani, gatti, scimmie, animali in via d’estinzione e selvatici, anche se quelle più rappresentate continuano ad essere topi e ratti visto il loro basso costo, facile manipolazione e alta prolificita’.
Sebastiano Di Mauro
20 luglio 2012