De Luca, pasticciaccio tutto italiano
De Luca, con la sua condanna in primo grado per abuso d’ufficio, continua ad essere al centro dell’attenzione in queste Regionali 2015.
Avendo vinto le primarie, è lui a sfidare il Governatore uscente, Caldoro. La sua candidatura aveva suscitato polemiche non solo nell’opposizione, ma anche all’interno del PD, in quanto secondo la legge Severino gli amministratori condannati in primo grado non possono ricoprire cariche pubbliche.
Lo stesso elettorato aveva mal digerito questa candidatura, con oltre quattro italiani su cinque (83%) a sostenere che De Luca avrebbe dovuto rinunciare a candidarsi, in quanto esiste il rischio di non poter governare qualora fosse eletto; un 10% ritiene invece che una condanna del genere non possa opporsi ad un consenso popolare.
Enrico Letta, ex Presidente del Consiglio, sostiene che «se noi centrosinistra cominciamo ad applicare la doppia morale penso che nell’arco di poco la gente ci abbandonerà e darà ragione a Grillo. Se Berlusconi avesse candidato a governatore della Campania una persona nelle condizioni di De Luca, il Pd sarebbe sceso in piazza. La doppia morale è una cosa che non posso accettare e la denuncio quando accade».
Ora a cambiare la situazione è arrivata una decisione della Cassazione che si è espressa su un ricorso presentato dal Movimento di difesa del cittadino, stabilendo che saranno i giudici ordinari ad esprimersi sui ricorsi contro l’applicazione della Severino.
Praticamente la Corte Costituzionale non potrà prendere in considerazione le questioni proposte dal Tar, in quanto questo giudice non sarebbe più competente. L’orientamento del Tar era quasi sempre stato favorevole ad accogliere i ricorsi, sospendere le sospensioni e investire i giudici costituzionali. Adesso invece non solo non si potrà prevedere l’indirizzo tenuto dai giudici, ma non sarà nemmeno possibile avere i tempi brevi del Tar.
Se quindi De Luca dovesse vincere, potrebbe sì essere proclamato eletto perché la legge Severino interviene dopo l’uficializzazione del risultato elettorale, ma verrebbe successivamente sospeso e potrebbe proprio toccare al Presidente del Consiglio Matteo Renzi deicidere le sorti politiche di De Luca. Firmando il decreto di sospensione potrebbe stabilire, in base i tempi del decreto, se il candidato del suo partito potrà nominare o meno un vice da mettere al vertice della Regione e farla governare a suo nome. Infatti la Severino rimanda agli statuti regionali, e quello della Campania prevede che il Presidente possa nominare la giunta, e quindi anche il suo vice, dopo la prima seduta del Consiglio.
A De Luca rimarrebbe come ultima chance quella di rivolgersi al giudice ordinario, ma, come già detto, a questo punto i tempi non sarebbero brevi.
Paola Mattavelli
27 maggio 2015