La lunga giornata da Lupi e le dimissioni da Vespa
ROMA — È stata una lunga giornata da “lupi” quella di ieri per il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.
Il gioco di parole ci sta tutto per quello che sembra l’ennesimo «pasticciaccio brutto» all’italiana: intercettazioni, smentite, colloqui, ultimatum e alla fine le tanto attese dimissioni.
Non ha però aspettato l’informativa in Parlamento, preferendo bypassare le istituzioni con un annuncio fatto a Porta a Porta, il bel salotto televisivo di Bruno Vespa, diventato per molti la «terza Camera», per altri la «camera ardente»: «Domani annuncerò le mie dimissioni. Credo che forse un mio gesto, che non vuol dire ritirarmi alla politica, perché non c’è bisogno di una poltrona per fare politica, rafforzerà l’azione del governo». E Il Rolex regalato al figlio da Stefano Perotti? «Non me la sono sentita di dirgli di restituirlo. Ho sbagliato? Forse. Attaccate me ma lasciate mio figlio».
Una scelta non gradita agli esponenti della Lega Nord che, attraverso le parole di Massimiliano Fedriga, capogruppo a Montecitorio, hanno dichiarato la volontà di disertare l’Aula quando Lupi riferirà in Parlamento: «È inaccettabile che abbia scelto una trasmissione televisiva e non l’aula parlamentare per annuncio delle sue dimissioni».
Della stessa opinione Antonio Scotto, capogruppo Sel, che ritiene la mossa di Lupi un «atto di malcostume istituzionale».
Matteo Salvini, Segretario della Lega, avanza qualche dubbio sull’inchiesta che ha portato all’affossamento di Lupi: «L’inchiesta è partita da Firenze; non escludo che l’addio di Lupi abbia fatto piacere a Renzi».
Renzi non ha tardato a manifestare soddisfazione per la decisione di Lupi: «Lasciare, scelta saggia per sé, per Ncd e per il Governo», pensando già ad un eventuale spacchettamento futuro del dicastero, e forse ad una suo ruolo in prima persona come Ministro ad interim fino all’inaugurazione dell’Expo, mantenendo il giusto equilibrio con il Ncd per non indebolire la coalizione e di conseguenza il suo Governo.
Un’uscita di scena, quella di Lupi, “affettuosamente” spinta dal Premier e da un arreso Alfano, preoccupati che l’impietoso stillicidio di questi giorni divenisse ingestibile.
Dopotutto per Lupi la mozione di sfiducia era ormai dietro l’angolo, meglio salvare il salvabile accontentandosi del probabile incarico da nuovo capogruppo Area popolare alla Camera, gruppo nato dalla fusione di Ncd e Udc.
Paola Mattavelli
20 marzo 2015