Tosi vuole conquistare il Veneto: «Sono un uomo libero. Ora corro per vincere»
VERONA — «Siamo qui per candidarci alla presidenza della Regione Veneto. Dopo questi bruttissimi giorni, potevo ritirarmi a coltivare l’orto o in seminario ma Patrizia (Bisinella, la compagna ndr) mi ha detto che non era d’accordo. Siamo uomini liberi, qualcuno ha forzato la nostra scelta, camminando con le nostre gambe e con l’apporto di tanti amici. Siamo pronti per questa avventura», queste le parole di Flavio Tosi che annuncia la sua candidatura a Governatore della Regione Veneto dal palco della convention «Ricostruiamo il Paese». Una regione, il Veneto, che è stata spesso un laboratorio politico.
Quindici minuti di discorso per dire che ««non sono qui con le truppe, con i colonnelli, ma con persone che hanno stima e fiducia in me. Saluto i tanti amici leghisti, non perché hanno la tessera ma perché continuano a credere, come me, negli ideali della Lega», che però non è più la Lega di Miglio e del vero Bossi.
L’auditorium Verdi presso la Fiera di Verona, la città di cui è Sindaco da otto anni, è colma: almeno seicento le presenze, con molte persone in piedi per ascoltare Tosi parlare di questa sua nuova avventura politica, che non rinnega il passato fatto di venticinque anni di Lega, con il valori del federalismo dai quali ripartire, oltre a quelli fondanti dei veneti, che sono: famiglia, solidarietà, amicizia e lavoro. C’è anche uno striscione enorme con la scritta «Tosi premier», al quale lui di rimando risponde: «A quello ci penseremo…».
È a tratti commosso nel ricordare la sua storia personale e gli affetti che lo legano alla Lega, una pagina dura da chiudere: «Nemmeno Renzi avrebbe fatto quello che ha fatto Matteo Salvini con la sua minoranza interna», però «il nostro sarà un programma elettorale basato sul fare e non sul dire. Oggi non vi dico il quadro elettorale per non bruciare tutto subito, ma posso dirvi che è stata una cosa alla quale non ero preparato», dobbiamo «dare speranza. Dicendo la verità. Salvini è contro l’euro? Anche io. Ma io dico che uscire dall’euro non si può. Sono realista. Non come Tsipras che in campagna elettorale dice che vuole far uscire la Lega dall’euro e una volta eletto va a trattare con l’Europa. Non faccio promesse da marinaio».
L’intento ora è di costruire un nuovo centrodestra inclusivo, di cui essere il leader: «In due mesi e mezzo si possono ribaltare i numeri, può accadere di tutto», questa la sfida a Luca Zaia, Governatore del Veneto uscente e ricandidato; «quelli che in maniera subdola e meschina cercano di farmi fuori si inventano un’alleanza per le regionali con Corrado Passera, quando Corrado Passera a queste regionali non è presente. Io parlo con tutta l’area di centrodestra, cioè Forza Italia, Ncd, ma anche Fratelli d’Italia, Area Popolare, a tutto il centrodestra. Solo se unito può dare fastidio a Renzi».
Matteo Salvini, Segretario federale della Lega Nord, risponde così alle accuse di Tosi: «Non porto rancore nei confronti di nessuno. Tosi ha fatto una scelta politica alternativa alla Lega, a Zaia, al Veneto. Se si prende i complimenti di Fini e Alfano si goda Fini e Alfano. Non aspetto di capire chi della Lega sarà a Verona. Il mondo è grande, la Lega non è una caserma, non costringiamo nessuno a fare qualcosa contro voglia. Io sto con Zaia. Auguro buona fortuna a chiunque, non porto rancore a nessuno. Chi sceglie di andare con Alfano e Passera evidentemente non può scegliere la Lega».
Per Luca Zaia è ora di guardare avanti: «Siamo stati tutti d’accordo, c’è stata l’unanimità su tutti i fronti ed è tornato il bel tempo. Non ci sono vincitori o vinti, abbiamo una squadra che ha l’onere e l’onore di portare in porto la vittoria del 31 maggio. Non ho perso nessuno per strada, visto e considerato che, come dimostreremo con le liste, saremo più di prima. Per Tosi mi dispiace, è ovvio che ogni ferita lascia del dolore dopo il percorso fatto assieme in tutti questi anni».
Paola Mattavelli
15 marzo 2015