Riforme, all’ostruzionismo post-Nazareno il Governo risponde: «Avanti tutta»
ROMA — In questi giorni sono in corso le votazioni per gli oltre duemila emendamenti e sub emendamenti della riforma costituzionale che rimangono ancora da votare.
La ripresa, dopo la pausa per l’elezione del Presidente della Repubblica, prevede ritmi serrati: dalle 9:00 alle 23:00 fino a venerdì e sabato dalle 9:00 fino alle 15:00.
Bocciata la richiesta fatta dal M5S in merito ad un rinvio.
La rottura del patto del Nazareno inizia però a mietere vittime, e le dimissioni di Francesco Paolo Sisto di Forza Italia da relatore delle riforme istituzionali a Montecitorio ne sono una conseguenza diretta: «Con dolore profondo del giurista cui viene data l’occasione di riscrivere la Costituzione, ma con la coerenza di una appartenenza ad un partito senza opportunismi». Per Sisto l’intesa innaturale di FI con il PD era un atto di responsabilità al fine di cooperare sulle riforme, una transizione temporanea che non ha più senso ora che l’accordo è stato sciolto.
Le dimissioni segnano un primo passo verso l’intenzione palesata di rallentare in ogni modo le riforme. Il Governo non sembra apparentemente allarmato e rilancia, attraverso le parole del Ministro Boschi, la sfida: «Proveremo a chiudere sabato».
Avanti tutta quindi, anche controcorrente dato che Brunetta ha chiesto alla maggioranza di fermarsi: «Sarebbe oggi pura irresponsabilità concorrere a una direttrice autoritaria; faremo di tutto per rallentare una corsa rovinosa verso il disastro».
Per il momento FI non ha ancora raggiunto una linea stabile e sta votando in modo vario ed eterogeneo.
Le prime reazioni alle dimissioni di Sisto da parte del Ministro Boschi e del sottosegretario Luca Lotti sono state di stima per il lavoro svolto, un dispiacere associato però anche alla consapevolezza che la maggioranza andrà avanti comunque e con determinazione.
Anche Speranza, capogruppo PD, concorda e sostiene che «le riforme si fanno perché ne ha bisogno l’Italia».
Nencini, segretario del PSI e Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, definisce l’atteggiamento sulle riforme di FI come altalenante: «L’atteggiamento di Forza Italia sulle riforme istituzionali somiglia alla battuta di Mark Twain: “Aveva un’idea quand’era in piedi ed una quando era seduto”. Curioso di scoprire come, chi ha votato in modo in una Camera, voti diversamente nell’altra. E il testo non è cambiato».
La strada delle riforme non ha da affrontare solo l’ostruzionismo di FI, ormai riavvicinatasi alla Lega, ma anche ostacoli interni alla maggioranza stessa, con la minoranza interna al PD che preme su alcuni nodi ancora da sciogliere, come ad esempio: norme transitorie in materia di legge elettorale per il ricorso preventivo alla Corte costituzionale, possibilità di scorporare le spese dal pareggio di Bilancio per investimenti, quorum necessario per la dichiarazione di guerra.
La seduta di ieri ha avuto momenti di tensione in cui i deputati di SEL hanno lanciato alcuni grossi fascicoli degli emendamenti nella direzione del banco della Presidenza e del Governo; sospensione della seduta, richiamo all’ordine per due volte di Scotto ed espulsione di Zaccagnini, che ha mancato per poco un deputato, da parte della vicepresidente Sereni.
Paola Mattavelli
11 febbraio 2015