Crisi di governo: Letta si è dimesso. Al via le consultazioni

Letta, dopo aver esaurito gli ultimi impegni con il gabinetto dei ministri, è salito al Colle alle 13, dove ad attenderlo c’era Giorgio Napolitano, che preso atto delle sue dimissioni “irrevocabili” ha dato il via oggi stesso alle consultazioni per far nascere il nuovo governo.
La scelta di Napolitano di non “parlamentarizzare” la crisi, nonostante le pressanti richieste di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle, è giustificata dalla necessità di tempi rapidi, data la situazione di grande incertezza che si sta vivendo nel Paese.
Il Parlamento d’altra parte si esprimerà sulle motivazioni della crisi, quando sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo. La cosa trova precedenti nel recente passato, in occasione dei governi Berlusconi e Monti, e secondo Giorgio Napolitano anche in questa occasione è quanto mai opportuna, data la delicata fase economica che il paese attraversa. Il nuovo governo dovrà affrontare al più presto l’esame della nuova legge elettorale e delle riforme istituzionali ritenute non più prorogabili.
Enrico Letta esce di scena dopo dieci mesi a Palazzo Chigi e l’incarico a formare il nuovo governo, sembra scontato che toccherà a Matteo Renzi.
Grillo annuncia che non si presenterà da Napolitano ma è già scattata per tutti i partiti la corsa al ministero. Si dice che Renzi vorrebbe un esecutivo di dodici esponenti e questo vorrà dire un taglio considerevole sulle poltrone del governo.
Sempre più forte la probabilità per Lucrezia Reichlin di essere il prossimo ministro dell’Economia, ma nelle previsioni c’è anche un altro economista, Tito Boeri, per il ministero del Lavoro, mentre al ministero del Lavoro potrebbe andare Epifani e probabile una riconferma per Andrea Orlando all’Ambiente. In bilico invece Dario Franceschini e in forse la sistemazione di Graziano Delrio. Alla Difesa si fa il none di Federica Mogherini o Roberta Pinotti, entrambe del Pd, mentre alla Giustizia andrebbe Vietti. Per Alfano si conferma probabilmente il ministero dell’Interno.
Le opposizioni sembrano compatte e oltre a Movimento 5 Stelle, che dissente con veemenza, anche la Lega potrebbe disertare le consultazioni. Maroni si dice d’accordo con Grillo e dice “Queste consultazioni sono inutili e, se fossi il segretario non andrei al Quirinale”. Salvini non ha ancora deciso e valuterà le sua azioni.
Intanto l’Europa guarda all’Italia con attenzione e la Merkel auspica una rapida soluzione e tramite il suo portavoce ha dichiarato: “L’Italia è un partner molto importante e molto vicino nell’eurozona per la Germania.
Sebastiano Di Mauro
14 febbraio 2014