Renzi:“Non c’è un minuto da perdere”. Berlusconi:“Voglio i voti dei grillini delusi”

Mentre Matteo Renzi, nuova guida del Pd, prospetta al Paese, l’urgenza di intervenire, partecipando oggi all’assemblea democratica, all’insegna del motto «non c’è un minuto da perdere», Silvio Berlusconi dice: “Non voglio tradire la fiducia degli elettori e quindi ho messo ancora in campo tutta la mia energia per far rinascere Forza Italia, con l’obiettivo di raccogliere i voti degli ‘indecisi’ e di chi ha votato Grillo“.
Così il rottamatore chiederà di essere votato dai mille delegati, presentando la sua sua road map, e davanti ad Enrico Letta, annuncerà la sua prima rivoluzione, nella quale espone come sia necessario la rinuncia del Pd alla prossima tranche dei rimborsi elettorali, che vuole anche essere una risposta alla sfida di Grillo e una prova che, il governo «fa sul serio».
Anche il premier ha voluto precisare come il nuovo Pd non scherza affatto e non subisce la competizione.
Ora Renzi, dopo aver vissuto a lungo e, a volte con insofferenza, dentro lo stesso Pd, oggi si prende ufficialmente il partito, attraverso il voto dei mille lo incoronerà segretario. Ma oggi l’assemblea eleggerà Gianni Cuperlo presidente, come da espresse indicazioni del nuovo leader del partito, che vuole una distensione interna, sia pure dopo aver rottamato la vecchia guardia.
Questa è la forza dei numeri delle primarie, che legittimano il sindaco di Firenze a far capire al partito ed al governo, anche imponendolo, la sua agenda.
Berlusconi invece non molla e lotta ancora per rimanere a cavalcare il potere ed intervenendo, telefonicamente, a sorpresa, ad un’iniziativa di Forza Italia a Dozza, nell’Imolese, schiaccia l’occhio a M5S affermando: “Non credo che gli elettori di Grillo siano così difficili da convincere, visto chi ha portato in Parlamento e i risultati…“, aggiungendo, riferendosi alle proteste di questi giorni, che la “rivolta dei forconi è il sintomo grave di una crisi vera e che ha ragioni profonde“. L’ex premier però non ha resistito a dare un affondo alla sinistra italiana dicendo ai militanti bolognesi “So bene che il territorio dove siete è il più rosso d’Italia. So che praticamente avete a che fare con dei signori che sono comunisti autentici…la sinistra e il suo braccio giudiziario sono riusciti nell’obiettivo di questi vent’anni, ossia rendermi incandidabile ed escludermi dal Parlamento“. Concludendo: “ Hanno messo sotto i tacchi lo stato di diritto, applicando retroattivamente la legge Severino. Hanno fatto tutto operando fuori legge, hanno agito da fuorilegge“.
Sebastiano Di Mauro
15 dicembre 2013