La Cancellieri nei guai. M5S chiede che la Guardasigilli faccia un passo indietro. Martedì il ministro riferirà al Parlamento
“Conta su di me per Giulia”, è questa la frase che viene contestata ad Annamaria Cancellieri, che è stata intercettata in un’inchiesta e ora scuote il mondo politico.
Secondo le prime ricostruzioni il ministro si sarebbe attivato per ottenere la scarcerazione di Giulia Ligresti, che venne arrestata insieme alla sorella Jonella e al padre Salvatore con l’accusa di falso bilancio aggravato e aggiotaggio, la scorsa estate.
L’inchiesta di Torino sul caso Fonsai, avrebbe accertato che la cancellieri, amica di lunga data della famiglia Ligresti si sarebbe interessata alla questione, proprio in nome di questa amicizia e su sollecitazione della stessa famiglia.
Ma a finire sotto accusa è anche il figlio della Cancellieri, Pier Giorgio Peluso, già direttore generale di Fonsai, il quale si è adoperato a fare una ‘pulizia di bilancio’ nei conti sotto inchiesta.
Ora gli inquirenti di Torino stanno cercando di capire che intento abbia avuto la manovra di Peluso e soprattutto se, oltre a far emergere “buchi” nei bilanci degli anni precedenti, siano state anche evidenziate falsità. Ad avanzare questo dubbio e proprio lo stesso pm Marco Gianoglio, che nella sua richiesta del 29 agosto al gip, che l’ha accolta, aveva richiesto di intercettare proprio il telefono di Peluso.
Secondo il magistrato alcune considerazioni della guardia di finanza erano state sufficienti a convincerlo ad approfondire gli accertamenti sul figlio del Guardasigilli, anche sulla base delle dichiarazioni di Giulia Maria Ligresti, che ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione, mentre il ruolo di Peluso è quello di teste-chiave nel processo.
Nel corso delle interccetazioni però viene coinvolta il ministro, che a poche ore dall’arresto conversando con Gabriella Fragni, la moglie del patrom di Fonsai, Salvatore Ligresti afferma: “Comunque guarda, qualsiasi cosa io possa fare conta su di me, sono veramente dispiaciuta“,
La cancellieri si difende e dice “Intervenire era il mio dovere“, ed è pronta a pronta a riferire in Parlamento per chiarire la vicenda, cosa che avverrà il prossimo martedì 4 novembre.
Inevitabili i commenti politici e il deputato del Pd Ernesto Carbone dice: “Se fosse tutto vero Cancellieri dovrebbe fare un passo indietro“, M5S invece, con compattezza chiede le dimissioni della Guardasigilli, sfiduciando il ministro.
Il vicepremier Angelino Alfano e diversi esponenti di Scelta Civica, invece affermano che si tratta di “strumentalizzazione”. Il Pd dal canto suo sembra più cauto e afferma: “no a strumentalizzazioni, ma “il ministro riferisca” in tempi brevi in Parlamento”.
Comunque sia la Guardasigilli, dopo le rivelazioni delle intercettazioni da parte di Repubblica, è senza dubbio nell’occhio del ciclone e lei in una lettera ai capigruppo delle Camere, nega ogni «interferenza», ribadendo che il suo intervento è stato «doveroso» come in tanti casi.
Anche il procuratore di Torino Gian Carlo Caselli, con i pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, ribadiscono non vi sia alcun nesso alla concessione degli arresti domiciliari con qualsivoglia circostanza esterna di qualunque natura.
Il suo legale Alberto Mittone ha assicurato: “Era stata la stessa Procura a interessarsi della sua salute, tanto che dispose una consulenza. Il medico legale l’ha visitata in carcere e trovate preoccupanti le sue condizioni psicofisiche”.
Nel dettaglio i fatti sono: I Pm di Torino esaminano i tabulati telefonici e salta fuori il contatto con la Cancellieri, che viene sentita a Roma dal pm Vittorio Nessi il 22 agosto. Il ministro non nega e conferma di aver ricevuto una telefonata da Antonino Ligresti, il fratello di Salvatore, arrestato a seguito del provvedimento della Procura di Torino. Questo palesava la sua preoccupazione per la salute della nipote Giulia, che in cella rifiutava di mangiare,
Il ministro quindi affermava di essere intervenuta per ragioni umanitarie, sensibilizzando il dipartimento penitenziario (Dap), perché intervenisse secondo le loro competenze per tutelare la salute dei carcerati.
La posizione giuridica del ministro ora è quella di testimone e martedì riferirà e risponderà in parlamento sull’intera vicenda.
Grillo però fa le sue, se vogliamo obiettive, considerazioni e dice: “Su 63.000 e rotti detenuti su chi si è posato l’occhio benevolo della ministra Cancellieri? Giulia Ligresti, un nome, anzi un cognome, a caso, che è uscita dal carcere dopo l’interessamento della Cancellieri», scrivono i 5 Stelle. Grillo continua: “Un intervento umanitario il suo, dice la ministra, e sicuramente poco conta che suo figlio, Piergiorgio Peluso, dopo un anno di lavoro alla Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti, sempre un cognome a caso, abbia ricevuto una buonuscita di 3,6 milioni di euro. Un ‘intervento umanitariò’ previsto per contratto: in caso di cambio di controllo o di demansionamento, il figlio della ministra poteva dimettersi e avere diritto a tre annualità di stipendi come buonuscita”.
La parola ora alla Cancellieri che dovrà faticare non poco a convincere il Parlamento e riceverne la fiducia, diversamente le sue dimissioni appaiono inevitabili e no si ecludono possono influenzare a cascata provocando altre reazioni.
Sebastiano Di Mauro
2 novembre 2013