Dopo il comprensibile momento di smarrimento di ieri, Berlusconi passa al contrattacco e riunisce i suoi parlamentari a Montecitorio, per fare il punto della situazione.
La reazione dei fedelissimi del cavaliere, nel post sentenza della Cassazione, è che tutti sono pronti a rimettere il loro mandato nelle mani dei capigruppo e dimettersi se il loro leader glielo chiedesse.
Brunetta e Schifani annunciano perfino l’intenzione di chiedere la grazia a Napolitano, dimenticando però che la legge prevede che a fare la richiesta siano persone titolate, come lo stesso interessato, parenti o i propri legali.
Quando Berlusconi arriva, viene applaudito a lungo e poi subito decreta: “Serve la riforma della giustizia. Dobbiamo chiedere elezioni e vincerle. Riflettiamo sulla strada migliore per raggiungere questo obiettivo”.
Quindi la linea scelta da Berlusconi per reazione alla sentenza e alla firma dell’ordine di esecuzione da parte della Procura di Milano, è quella dura nei confronti dell’esecutivo delle larghe intese, verso cui fino a ieri assicurava lealtà e nessuna conseguenza.
Schifani dice necessita il ripristino dello stato di democrazia che questa sentenza ha alterato e le sue parole trovano eco in quelle di Daniela Santanché che afferma: “Noi abbiamo solo un’idea su come il presidente Giorgio Napolitano potrebbe intervenire sulla condanna a Silvio Berlusconi…”. Renato Brunetta incalza e annuncia: “Se alla nostra richiesta di grazia non ci fosse una risposta positiva, tutti sappiamo quello che occorre fare per difendere la democrazia”.
Dal Colle, non si è fatto attendere la replica in merito a chi siano i soggetti titolati a richiedere la grazia, come a voler dire a Schifani e Brunetta, “Non fate la domanda di grazia, non ne avete i titoli”.
Berlusconi ai suoi accoliti nel suo discorso ribadiva, quello che poi ha sempre affermato: “È un teorema che non sta in piedi, messo ad arte solo per eliminarmi dalla scena politica. Dobbiamo resistere e non possiamo sottrarci al dovere di una vera riforma della giustizia per questo siamo pronti alle elezioni”. Poi sul suo futuro in politica Berlusconi spiegava: “Decidete voi e nel decidere dimenticate la mia persona, pensate all’interesse dei nostri elettori e al bene dell’Italia”.
E subito Alfano affermava: “Se c’è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi e la nostra storia, presidente, coincide con la sua, siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo”. Ma sull’ipotesi di dimissioni in blocco Quagliariello frena e dice:”Berlusconi ci ha detto prima di tutto vengono gli interessi del Paese, nessuna scelta affrettata”.
Una cosa è certa giorni difficile attendono la politica italiana che renderà questa estate caldissima, più di quanto non lo sia già quella atmosferica.
Sotto il video del discorso di Berlusconi agli italiani.