Sentenza Mediaset: Berlusconi sono pronto ad andare in carcere. Poi arriva la smentita
In attesa della sentenza della Cassazione che arriverà nei prossimi giorni, Berlusconi sente forte la pressione e sa di essere ad un bivio e che dovrà fare delle scelte per la sua vita politica. Si dice positivo e spera molto nel buon lavoro dei suoi legali, che però sono cauti e non si sbilanciano.
In un colloquio con il direttore di ‘Libero’, Belpietro, riferendosi alla sentenza sui diritti Tv, attesa per il prossimo 30 luglio (che potrebbe slittare al 31 o primo agosto), commenta così: “
Non farò l’esule, come fu costretto a fare Bettino Craxi. Né accetterò di essere affidato ai servizi sociali come un criminale che deve essere rieducato. Ho quasi settantotto anni e avrei diritto ai domiciliari, ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere”.
Nelle ore successive poi, come sempre nel suo stile, arriva la smentita dell’intervista e in una nota fatta pervenire da palazzo Grazioli, si legge: “Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l’assoluta infondatezza delle accuse rivolte al presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati”.
Nell’articolo di ‘Libero’, Berlusconi, sempre in merito alla sentenza si dice ottimista e afferma: “non possono condannarmi. Se non c’è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può che riconoscere la mia innocenza”.
Poi commentando le accuse contestate dice:”Facevo il presidente del Consiglio, cosa ne potevo sapere io dei contratti per i diritti tv”; precisando: “vi pare che avrei rischiato tutto questo per tre milioni dopo averne corrisposto più di 500 in un solo esercizio?”.
In merito a quali conseguenze ci potrebbero essere sul governo nel dopo sentenza, Berlusconi è deciso e afferma:”Io non farò cadere Letta, ma sarà il suo partito a farlo. Se io venissi condannato, il Pd non accetterebbe mai di continuare a governare insieme con un partito il cui leader è agli arresti e interdetto dai pubblici uffici”.
Il suo partito intanto fa quadrato attorno al suo leader a partire da Daniela Santanchè, la quale afferma: “sono e rimango pessimista anche se fino all’ultimo mi auguro di essere smentita il giorno 30″.
Anche Maria Stella Gelmini si esprime in merito affermando “nessuna sentenza potrà mai ledere la leadership di Berlusconi che è amato dal suo popolo, che negli anni gli ha riconfermato a più riprese fiducia e affetto. Quello che accadrà il 30 luglio, non è questione privata, ma interessa militanti, iscritti e non iscritti, simpatizzanti e anche gli avversari. Nessuno infatti può prescindere”.
Nell’articolo di ‘Libero’ si riportano anche alcune affermazioni del Cavaliere, circa il suo stato d’animo del quale ha detto: “Non ho dormito per un mese. La notte mi svegliavo e guardavo il soffitto, ripensando a quello che mi hanno fatto. In pochi mesi otto pronunciamenti contro di me. I diritti Mediaset, Ruby, la telefonata Fassino-Consorte, gli alimenti alla mia ex moglie, le richieste dei pm di Napoli e Bari, la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, il respingimento della richiesta di trasferire a Brescia il processo per le cene di Arcore, l’abnorme risarcimento a De Benedetti”.
Adesso tutto si giocherà nell’udienza della Cassazione, ma non si escludono colpi di scena, se i legali del Cavaliere depositeranno nelle prossime ore altre memorie, al fine di chiedere un rinvio dell’udienza. Però qualsiasi rinvio non potrebbe andare oltre il 15 settembre, perchè il processo Mediaset in Cassazione dovrà obbligatoriamente essere celebrato dalla sezione feriale cui è stato assegnato, così come la sentenza dovrà essere emessa dallo stesso collegio, presieduto da Antonio Esposito, che martedì dichiarerà aperta l’udienza più attesa dell’anno.
Comunque sia, tutto è pronto ed il presidente della Suprema Corte, Giorgio Santacroce, lo scorso venerdì aveva perfino indetto una riunione specifica per scegliere l’aula più spaziosa e regolare l’accesso alla prima sezione penale dei centinaia di giornalisti che si assieperanno per entrare, anche se le tv, molto probabilmente non saranno ammesse, per non scontentare nessuno.
L’apertura dell’udienza sarà intorno alle ore 11.00, e per primo prenderà la parola il relatore della causa Mediaset, Amedeo Franco, che parlerà per circa un’ora e mezza, poi toccherà al sostituto procuratore generale e infine agli avvocati Coppi e Ghedini che starebbero puntando su due capisaldi difensivi: la violazione del diritto di difesa per il taglio della lista dei testimoni in appello; l’assoluzione di Berlusconi, sempre in Cassazione, nel procedimento “parallelo” sui diritti tv, Mediatrade.
Tre invece gli scenari possibili: la conferma della condanna, il suo annullamento in toto, oppure una cancellazione parziale della decisione della Corte di Appello, a cui si dovrebbero rinviare gli atti.
Sebastiano Di Mauro
28 luglio 2013