Ddl ineleggibilità: scontro Grillo-Pd. Civati controcorrente mette in discussione l’alleanza con il Cavaliere
L’ 8 maggio scorso Berlusconi era stato condannato dalla Corte di appello milanese a quattro anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici.
Al Cavaliere non era restato altro che confermare la fiducia al governo Letta perché qualora avesse tolto l’ appoggio al governo probabilmente il ruolo di premier sarebbe rimasto un sogno nel cassetto, viste le nefaste statistiche che gli prospettavano l’assenza di un terreno sicuro sotto ai piedi. E il Cavaliere non poteva permettersi di rischiare.
Ma la condanna alla luce del sole ha spiazzato il Pdl che nell’attesa per la data dell’appello della corte di Cassazione, confermata per il 30 luglio, ha alzato la voce.
Franco Coppi, dal collegio difensivo del Cavaliere, commenta: “Sono esterrefatto, non si è mai vista una cosa del genere, contavamo di avere più tempo per svolgere i nostri approfondimenti. Sono sorpreso e amareggiato è una fissazione d’udienza tra capo e collo”. E così anche l’ex ministro dell’ istruzione Mariastella Gelmini: “La Cassazione conferma il piano di voler eliminare Berlusconi. La giustizia solo con lui riesce ad essere così veloce”. Un’ ironia dell’ironia in cui si riconosce inconsciamente che la giustizia italiana è sempre stata lenta e farraginosamente burocratica e che non si è mai fatto niente per renderla efficiente. E poi la si critica quando diventa veloce.
Letta, da buon mediatore, nel frattempo cerca inutilmente di rassicurare gli elettori sulla stabilità ed autonomia del governo qualunque sia la decisione della Cassazione.
Nel frattempo sembra che il Pd si dia da fare per screditarsi ancora di più e aumentare quella schizofrenia intellettuale di cui è vittima da qualche tempo; proprio dal partito opposto al Pdl infatti viene proposta da Mucchetti e Zanda una legge che sostituirebbe l’ ineleggibilità di chi è titolare di concessioni pubbliche con l’incompatibilità con il ruolo di parlamentare, una misura, come Grillo scrive sul blog, per salvare ancora il Cavaliere, rendendo il Partito democratico “un ectoplasma politico”. Dall’emisfero sinistro del cervello Pd, probabilmente più logico e tattico, dopo le dichiarazioni di Epifani sulla sospensione dei lavori in Parlamento e la ricerca di un confronto sempre più serrato con un Pdl che “continua a tirare la corda”, si alza la voce del dissidente Civati: “Il problema è che non si capisce che l’alleanza con Berlusconi non funziona, che il nostro elettorato non la digerisce. Se andiamo avanti con il governo sino al termine della legislatura non ci sarà più un centrosinistra alle prossime elezioni”. Civati incita il suo partito a non farsi impelagare dalla melma dei processi del Cavaliere, ma di proporre e attuare le riforme di cui il nostro paese ha bisogno: in primo piano la questione degli F-35, le riforme per il lavoro, soprattutto giovanile, il ripristino di zone maltrattate dalla cattiva amministrazione come Pompei e Taranto, il coinvolgimento attivo della cittadinanza e il rinnovo delle dirigenze del partito democratico. “Non c’è nulla da fare, c’è un errore di fondo, ed è l’alleanza con il Cavaliere- dichiara ancora Civati- Facciamo le misure necessarie per la ripresa economica, la nuova legge elettorale e poi andiamo al voto. Un anno basta”.
Noemi Debbi
13 luglio 2013