Abrogato il finanziamento pubblico ai partiti con un ddl del governo
E’ stato lo stesso premier Letta ad annunciare con un tweet che il consiglio dei ministri ha abrogato con un ddl il finanziamento pubblico ai partiti, passando ad una incentivazione fiscale per i cittadini
Il provvedimento prevede criteri di trasparenza e democraticità ed i partiti che non adotteranno uno statuto, non potranno essere ammessi alle detrazioni per le erogazioni volontarie, la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi e servizi.
Ora Letta dice che è necessario che il Parlamento approvi rapidamente il ddl perché la credibilitá del sistema politico italiano deve essere visto dai cittadini come un sistema che è in grado di convincere i cittadini a finanziarlo.
Il ddl approvato oggi, prevede che l’abrogazione sia graduale ed il contributo pubblico sarà prima ridotto al 60% per il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno, per poi essere abolito del tutto.
Dopo gli unici canali di finanziamento dei partiti saranno le erogazioni volontarie con detrazioni del 52% per gli importi fra i 50 e i 5.000 euro e del 26% per tutte le altre erogazioni fino ad un massimo di 20mila euro. Inoltre prevista la destinazione volontaria del 2 per mille e la concessione gratuita di spazi anche in tv e servizi.
I Partiti per ottenere i contributi volontari, oltre ad attenersi a dei requisiti minimi di democrazia, dovranno assicurare la trasparenza e l’accesso a tutte le informazioni relative al proprio funzionamento, mediante la realizzazione di un sito internet che assicuri la massima trasparenza e nel quale si dovrà pubblicare il rendiconto di esercizio, la relazione della gestione, la nota integrativa ed il verbale di approvazione del rendiconto.
Il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi, al termine del Consiglio dei ministri, ha commentato dicendo:«ci dovrà essere per forza di cose un periodo transitorio, perchè esattamente legato alla transitorietà con cui arriveranno i finanziamenti dei privati».
La protesta di Grillo non si è fatta attendere, perchè secondo lui si tratta di una «legge truffa». A smorzare le polemiche ci ha pensato Quagliariello, che ha commentato:«Queste agevolazioni, e soprattutto il meccanismo del due per mille, inizia ad essere attivo dal 2016. Quella è la data dalla quale i partiti potranno percepire quello che deriva da questo nuovo meccanismo». Inoltre assicura che non funzionerà «come il finanziamento alla Chiesa dell’8 per mille» e per chiarire che destinando il 2 per 1000 alla politica non si rischia, come si crede, di aumentare la dote attuale per la politica, il ministro ha aggiunto:«C’è un tetto ed è di 61 milioni di euro», quindi «un terzo in meno» dell’attuale finanziamento.
Sebastiano Di Mauro
31 maggio 2013