La Camera approva all’unanimità la convenzione di Instambul sul femminicidio
Il via libera dell’Aula alla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, arriva all’unanimità, con 545 voti favorevoli, ed è accompagnato da un lungo applauso di tutti i presenti. Il testo ora passa all’esame del Senato, dove si spera venga approvato definitivamente in tempi brevi.
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, a voto ultimato ha affermato: “Spero che l’Italia possa assumere a livello internazionale un ruolo di traino verso quei Paesi – dell’Unione Europea o esterni ad essa – che non hanno ancora sottoscritto la Convenzione”.
Mara Carfagna, invece, relatrice del recepimento della Convenzione ha detto: “ Con l’approvazione del testo il Parlamento ha compiuto un gesto simbolico da non sottovalutare”. Precisando: “E’ significativo, infatti che una delle primissime leggi approvate – con rapidità e consenso unanime – in questa legislatura sia proprio per la sicurezza delle donne, contro il femminicidio”.
La Convenzione prevede il contrasto ad ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo “la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne”.
La Convenzione, che era stata approvata dal Comitato dei ministri dell’Ue il 7 aprile 2011 e firmata dall’Italia a settembre dall’ex ministro Elsa Fornero a Strasburgo, costituisce il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che promuove la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne, creando un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro qualsiasi forma di violenza.
I Paesi che sottoscrivono la Convenzione “adottano le misure legislative e di altro tipo necessarie per promuovere e tutelare il diritto di tutti gli individui, e segnatamente delle donne, di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata e condannano ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne”.
Gli Stati firmatari si impegnano a varare misure legislative destinate a “prevenire, indagare, punire i responsabili e risarcire le vittime di atti di violenza commessi da soggetti non statali che rientrano nel campo di applicazione” della Convenzione. Tale obbligo riguarda anche le stesse amministrazioni statali.
La Convenzione, inoltre prevede il sostegno “a tutti i livelli” del lavoro delle Ong, delle donne e delle associazioni della società civile attive nella lotta alla violenza contro le donne, favorendo “un’efficace cooperazione” con queste organizzazioni.
Sebastiano Di Mauro
29 maggio 2013