Appalti Enac: trema il Pd

di Federico Cirillo
Quel “pizzino” non fa di certo dormire sonni tranquilli al Partito Democratico. Continua, infatti, a far barcollare D’Alema e company, incappati, negli ultimi giorni, in una serie pericolosa di strani vuoti d’aria. Eh si, perchè dopo l’arresto del responsabile nazionale (dimessosi in tutta fretta) del partito per il trasporto aereo, Franco Pronzato, per le presunte irregolarità nella concessione degli appalti dell’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile – di ieri infatti le dichiarazioni del consigliere Enac, Paganelli: “ringraziai Pronzato con 40mila euro” e la scoperta di voli privati gratuiti offerti a manager e politici, tra i quali pare sia spuntato il nome di Massimo D’Alema per l’appunto – e in seguito all’invischiamento della Fondazione Italiani Europei (sempre di D’Alema) in un giro di illeciti affari, la “patata bollente” passa ora a Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria. Nel foglietto sequestrato dalla Guardia di Finanza a Paganelli, si legge una nota che dirotta le indagini sulla governatrice: “K. Marini 20mila euro”.
È il cognome e l’assonanza dell’iniziale del nome (la Marini infatti risulta registrata all’anagrafe con la C e non con la K) a destare sospetti; nome che, quindi va ad aggiungersi agli altri presenti nella lista, quello appunto di Pronzato (40mila euro) e quello che cita un contributo lecito per la Fondazione Italiani Europei (30mila euro). Un quadro costellato di mazzette dunque, tangenti che tornano a far tremare, o che forse non erano mai scomparse, i politici italiani: un vecchio vizio sempre molto in voga. “Ringraziamenti per aver dato una mano”, è così, ora, che viene chiamata la tangente; che poi questi “ringraziamenti” consistano on voli privati gratuiti o in fruscianti migliaia di euro, poco cambia nella sostanza. In attesa, intanto, che Paganelli venga interrogato nuovamente dal Pm sui suoi affari con Vincenzo Morichini, l’assicuratore strettamente legato a D’Alema, accusato di esser stato un tramite per le mazzette, il Presidente dell’Umbria si difende: “Non ho mai ricevuto 20 mila euro da questo signor Paganelli che non conosco”, intricando così una vicenda dall’amaro antico sapore anni ’90 che si spera, possa trovare presto una chiara e limpida soluzione.