Le 10 canzoni più belle ispirate ai romanzi (secondo 2duerighe)
Non sono poche le fonti di contaminazione tra le varie forme d’arte: musica, letteratura, pittura, fumetto, poesia, scultura. Sono tante parole diverse per indicare in fondo la stessa cosa, tante etichette appiccicate nella vita delle persone solamente perché nella società della pragmaticità abbiamo bisogno sempre di dare un nome specifico a tutto, altrimenti non riusciamo a sentirci in sintonia col resto del mondo. Ma l’Arte, intesa come espressione di sé, non funziona così, e per dimostrarlo ecco a voi una playlist di 10 canzoni create prendendo spunto dalla letteratura, in cui musica e romanzi e poesie vanno a contaminarsi (felicemente) a vicenda.
1) Tutti sanno (o per lo meno i più appassionati) che la canzone One dei Metallica è stata tratta dal film di Dalton Trumbo “E Jhonny prese il fucile”. Lo stesso video è stato girato con un montaggio ad incastro tra scene prese direttamente dal film e semplici riprese della band che suona. Ciò che molti non sanno è che il film in realtà è stato tratto a sua volta dall’omonimo romanzo scritto sempre da Dalton Trumbo, pubblicato per la prima volta nel 1939. I Metallica hanno effettivamente saputo riassumere molto bene l’essenza e la cifra stilistica del romanzo, sia dal punto di vista lirico che dal punto di vista prettamente musicale. La storia è quella di Joe Bonham che, colpito da una cannonata l’ultimo giorno della Prima Guerra Mondiale, perde gambe, braccia, olfatto, udito e parola, diventando un tronco umano atrocemente cosciente. Dolorosa requisitoria contro la guerra e in particolare contro l’America, ma anche profonda riflessione sull’esistenza di un dio.
2) Come non citare il nostro meraviglioso Fabrizio De Andrè che, prendendo a modello l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, registra il celeberrimo album Non all’amore non al denaro né al cielo. CD uscito nel 1971, è esplicitamente ispirato alla raccolta di poesie di Masters: “Nel disco si parla di vizi e virtù.- ha affermato De Andrè- E’ chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo”. Il suo è un perfetto concept album, così come il libro da cui è tratto, e da ogni canzone non è difficile risalire alla poesia di provenienza. Il tema centrale di entrambi è la vita, semplicemente: le storie e i loro personaggi ricoprono praticamente ogni ruolo umano possibile all’interno di un microcosmo, un piccolo villaggio, così come può esserlo Spoon River.
3) Altro concept album nostrano è quello di Edoardo Bennato “Burattino senza fili” che racconta la storia di Pinocchio, scritto da Carlo Collodi e pubblicato la prima volta nel 1881. Tutti conosciamo le avventure del giovane burattino e il cantautore è stato magistrale nel regalare al CD un doppio piano di lettura: da una parte la storia tale e quale, dall’altra la riproposizione dei personaggi in chiave allegorica e moderna.
4) Anche una delle più famose canzoni dei Rolling Stones “Sympathy for the devil” non è farina assoluta del sacco della band di zio Mick Jagger. Si tratta infatti di una nemmeno tanto velata allegoria del romanzo di Mikhail Bulgakov “Il maestro e Margherita”, di stampo satirico, pubblicato tra il 1966 e il 1967. La storia è incentrata sulle persecuzioni sovietiche degli anni trenta, in particolare verso il protagonista della nostra storia (definito come il Maestro). Si narra del suo amore per la dolce Margherita e del suo riscatto (eccoli qui che entrano i Rolling Stones a gamba tesa) grazie a una visita del Diavolo nell’Unione Sovietica (a quel tempo atea).
5) E’ noto che i The Cure prendano spunto un po’ ovunque per i loro brani. Quello che molti non sanno è che la loro Killing an arab è di derivazione filosofico-letteraria grazie a Lo Straniero di Albert Camus. Sia il filosofo sia il gruppo non si occupano (solo) di razzismo, come si può pensare, anzi. Le tematiche centrali sono del tutto esistenzialiste: l’assurdità del vivere, le atrocità dell’essere umano, un delitto allucinante e l’indifferenza del resto del mondo. La canzone risale al 1978 e il gruppo aveva già allora un’identità perfettamente definita; la prima pubblicazione dell’opera di Camus è del 1942 (originale) e egli, al contrario, non si definì mai come esistenzialista.
6) Nel video c’è un maiale con la cravatta che spiega che “2+2=5”. E’ questo il titolo della canzone dei Radiohead, chiarissimo riferimento alla locuzione utilizzata da George Orwell in 1984, romanzo distopico ambientato nel futuro in cui i cittadini di uno stato autoritario globale (il Grande Fratello) sono spinti ad utilizzare il bipensiero così da sostituire le proprie coscienze con i dettami del governo: la psicopolizia, infatti, obbliga tutti i cittadini dotati ancora di opinioni personali ad ammettere che due più due fa cinque. Il video, in ogni caso, potrebbe essere un altro richiamo allo stesso autore. Nel libro La fattoria degli animali, infatti, Orwell racconta di una fattoria in cui gli animali imparano ad organizzarsi come gli esseri umani ed i maiali simbolicamente sfruttano gli altri per proprio egoismo. Il brano, tra l’altro,
è strutturalmente anche abbastanza complesso.
7) Torniamo per un attimo ai Metallica, che a quanto pare si sono lasciati ispirare dai romanzi più di una volta. E’ il caso anche di “For whom the bells told” preso da… indovinate?, Per chi suona la campana di Ernest Hemingway, esatto. La storia è raccontata attraverso l’alter ego di Hemingway che prese parte davvero alla guerra spagnola come corrispondente nelle file dell’esercito popolare repubblicano- un romanzo semi autobiografico che ha il suo fulcro nell’incontro con Maria, donna distutta dalla guerra e dalla fame. Nemmeno a dirlo, ottimo lavoro dei Metallica, sintesi perfetta, sia stilisticamente che poeticamente.
8) Per la rubrica acid rock è meglio, come non nominare i Jefferson Airplane con la loro “White Rabbit” ispirata a “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carrol? Il brano è un crescendo meraviglioso e sorprendente che si blocca senza preavviso e inoltre è stato uno dei brani interpretati al Festival di Woodstock del 1969. L’ispirazione è totale e motivata: utilizzano elementi tipici come il cambio di dimensioni dopo aver mangiato strane pillole o particolari funghi-LSD e funghi allucinogeni erano all’ordine del giorno, anzi per la nazione hippie erano parte integrante della cultura degli anni ‘60. Questa fu la prima canzone con riferimenti così evidenti alla droga ad essere passata in radio senza cadere sotto i colpi della censura
9) Si sa, Max Gazzè è un animo romantico. Ma in Elemosina, traduzione della corrispettiva poesia francese scritta dal poeta maledetto Mallarmè, si preoccupa di un mendicante, uno straccione, un barbone, un “ultimo” con senza più nemmeno i vestiti addosso rifiutato dalla società, dalla Chiesa e da Dio.
10) Infine, come unire due pilastri di due arti differenti? Ci pensano loro: i Led Zeppelin con la loro Rumble on e la quantità spropositata di richiami alle opere di JRR Tolkien, famosissimo scrittore de Il signore degli Anelli. La canzone però non è mai stata suonata per intero, almeno live. Infatti in genere introduceva qualche altro brano; l’unico momento in cui è stata suonata tutta è stata la reunion del 2007 alla The O2 Arena. Inoltre non è nemmeno chiaro cosa sia stato utilizzato come supporto di percussione da Bonham per tutto l’arco del brano: lo sgabello della batteria, le suole delle scarpe, un tombino di plastica. Qualsiasi cosa suonata da lui risulterebbe comunque geniale.
Ascoltale su Spotify: https://open.spotify.com/user/2duerighe/playlist/0uxNBq6zrqCNQUjwoa0XnS