Fabio Zuffanti, 20 anni di carriera e il concerto a Genova. L’intervista di 2duerighe.com
Sono passati 20 anni da quando Fabio Zuffanti, musicista e compositore genovese, ha iniziato a farsi strada tra il grande pubblico nazionale e internazionale. Il suo genere di riferimento è il rock progressivo, un genere musicale ascoltato in Italia per la maggior parte dai “nostalgici degli anni ‘70”. Il 28 Marzo si esibirà a “La Claque” di Genova insieme a tanti ospiti che rappresentano molte delle collaborazioni che ha sviluppato in questi anni e soprattutto artisti della sua terra che, a detta sua, meritano di essere conosciuti e valorizzati. Abbiamo avuto il piacere di chiacchierare con Fabio facendoci raccontare tutte le emozioni che ha provato dal 1994 a oggi con la speranza che il rock progressivo possa un giorno diventare un punto di riferimento tra i generi proposti nella nostra terra.
- Ciao Fabio,
Hai cercato di proporre al pubblico una moltitudine di generi. In quale ti sei sentito maggiormente te stesso?
“Direi soprattutto il rock progressivo, il genere con cui ho iniziato a fare i primi dischi e ho portato avanti in questi anni. Con questo genere ho avuto molta visibilità e mi ha dato molte soddisfazioni anche se ho cercato di proporre anche altra musica durante la mia carriera”
- Come ti sei rapportato di fronte al pubblico straniero?
“Ho fatto il primo concerto fuori dall’Italia proprio all’inizio della mia carriera, quasi 20 anni fa, nel 1997. Eravamo stati in Francia e poi negli Stati Uniti e sono sempre stati momenti veramente straordinari perché il pubblico di quelle terre dimostra di conoscere molto bene la musica che propongo, conoscono addirittura molte canzoni a memoria e ti comunica un grandissimo calore e affetto. Sono state situazioni straordinarie”
- Credi che in Italia il prog (rock progressivo) sarà riconosciuto prima o poi come uno dei generi più ascoltati dal pubblico?
“Il prong è un genere molto conosciuto ma per quelli che sono stati i grandi fasti degli anni ’70. In quel periodo c’erano gruppi come i Genesis o i Pink Floyd, Orme e tanti altri… Se li ricorderanno soprattutto le persone che all’epoca avevano 20 anni. C’è un po’ più di difficoltà a fare capire alla gente che questo genere non si è fermato in quel momento ma è andato avanti. Ci sono tanti gruppi che negli ultimi 20 anni hanno proposto questo genere musicale e hanno continuato questa tradizione. Sarebbe bello avere un ricambio di pubblico e non solo quello dei nostalgici degli anni ’70. Ci sono delle possibilità che questo genere si affermi anche in Italia. In Inghilterra ultimamente c’è un artista che si chiama Steven Wilson che sta avendo un grande successo con una musica prog contraddistinta da uno stile moderno e adattato ai nostri tempi quindi credo che questa ondata arriverà in Italia”
- Cosa rappresenta per te questo concerto a Genova?
“È una sorta di festa che mi è venuta in mente per celebrare il fatto che faccio musica da 20 anni e invece di fare un classico concerto da solo con la mia band ho deciso di essere accompagnato da alcuni artisti genovesi e non che hanno suonato con me in questi anni e sarà l’occasione per mettere insieme sul palco tanti talenti della mia città che è giusto siano conosciuti”
- Da dove è partita questa tua grande passione per la musica?
“La passione parte da molto lontano: avevo un fratello più grande che aveva la casa piena di album e dischi e ascoltava musica come quella degli anni ’70 quindi avevo già da piccolo questi suoni nelle orecchie. Crescendo ho sviluppato da solo questa passione, ho iniziato a suonare la chitarra, poi sono passato al basso e da li si è partito tutto”
- Hai qualche modello a cui ti sei ispirato?
“Ho due grandi modelli che sono Franco Battiato e Peter Gabriel, due artisti che non si sono mai fermati a fare una cosa soltanto ma nella loro carriera hanno veramente esplorato tante situazioni in maniera molto libera a tutti i livelli e questa è una cosa che a me piace molto, questa libertà della musica di non essere troppo schematica ma di aprirsi a varie influenze”
- Fai un resoconto di questi 20 anni di carriera
“Sono stati 20 anni molto belli per certi versi e difficili per altri perché chi decide come me di fare musica ma non dedicandosi a un genere commerciale non è così semplice. Però le soddisfazioni non sono mancate e sono molto contento di essermi ricavato un posto al sole pur facendo queste cose particolari che mi permettono di avere tutta la libertà che voglio nel fare quello che faccio senza compromessi”
Enrica Iacono
21/03/15