Milano: nessun no della Curia alle veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia
Nei giorni scorsi era scoppiata la polemica per la decisione del cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola, che aveva negato una chiesa ai gay cattolici per la consueta veglia di preghiera contro l’omofobia, una tradizione iniziata nel 2009 col suo predecessore cardinale Tettamanzi, che aveva concesso agli omosessuali cattolici di celebrare la loro veglia nella chiesa di san Gabriele: quest’anno le 22 veglie di preghiera per le vittime dell’omofobia, sono programmate dal 13 al 30 maggio in Italia e Spagna.
Ma la sera di sabato 11 maggio scorso, la curia comunica che non c’è alcun veto, ma che era stato solo “consigliato” di tenere la veglia dopo la visita del Papa ed emette un comunicato stampa nel quale spiega: ”Nessun ‘imbarazzo’, nessun ‘divieto’, nessun ‘no’ all’organizzazione a Milano delle veglie di preghiera per le vittime della violenza dell’omofobia è mai stato espresso dalla Curia Arcivescovile di Milano. L’indicazione data dalla Curia – ed oggi ribadita – è che la veglia di preghiera – che sempre si celebrava in una parrocchia della città – si tenga anche per quest’anno. Quando mi è stata formulata la richiesta – spiega mons. Erminio De Scalzi, vicario episcopale della Diocesi ambrosiana per la città di Milano – ho solo espresso il consiglio di tenere questo incontro nelle settimane successive, quando le parrocchie saranno meno impegnate dalle celebrazioni del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Da allora non ho più avuto contatti con i richiedenti”.
Nella stessa mattinata di sabato, mons. Erminio De Scalzi aveva incontrato Gianni Geraci, portavoce del gruppo di credenti omosessuali del Guado di Milano, per un incontro chiarificatore sulla veglia, che ha avuto un esito positivo.
Ora la Curia milanese troverà un chiesa non parrocchiale, e perciò non coinvolta a Milano nelle celebrazioni del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, dove poter dare luogo alla veglia da parte dei cristiani omosessuali milanesi, per ricordare le troppe vittime della violenza dell’omofobia.
Sebastiano Di Mauro
14 maggio 2012