E’ allarme Tbc alla Questura di Bergamo: denuncia dell’UGL

Il personale in servizio alla Questura di Bergamo è stato esposto al rischio contagio Tbc, a denunciarlo il sindacato della Polizia, attraverso il suo segretario regionale Emanuele Brignoli, che in un comunicato afferma come che lo scorso 26 gennaio, fra le 13 e le 19, negli uffici della questura, 7 poliziotti, 3 alpini e un minore di origine tunisina, sono entrati in contatto con un soggetto affetto da Tbc presente insieme a loro nella sala Volanti, dove si svolgevano controlli di routine.
Quello che è grave, denuncia il sindacato, è che ciò sia avvenuto a loro insaputa e quindi nessuna precauzione particolare è stata adottata nella circostanza. La Questura dal canto suo replica: “Gli esami sono tutti negativi, tuteliamo i nostri agenti e in merito alla presenza degli Alpini e del minore, a cui fa riferimento il sindacato, non risulta in alcun documento”. Il prof. Silvio Garattini, del Centro di Ricerca Mario Negri, invece dice: “Il contagio avviene attraverso saliva e in ambienti chiusi”. Quindi il rischio è fondato non è affatto da sottovalutare, soprattutto se si considera che dopo tale esposizione sono passati ben 12 giorni, prima che il personale venisse avvisato dalla questura del rischio corso e disporre gli accertamenti sanitari del caso, attraverso l’Ufficio sanitario.
Come se non bastasse, sempre secondo il comunicato, i genitori del ragazzo minorenne esposto al rischio contagio, fino al 10 febbraio non sarebbero stati avvisati. Inoltre si denuncia l’inerzia dell’amministrazione che non si sarebbe attivata, con tempestività, per rintracciare lo straniero portatore del virus, allo scopo di affidarlo all’autorità sanitaria per l’opportuna profilassi.
Emanuele Brignoli, nella sua nota scrive tra l’altro che “la prima risposta da esigere è capire di chi sia la responsabilità di tale gravissimo ritardo nell’attivazione delle procedure”, evidenziando anche l’inadeguata gestione del rischio “tenuto conto che non ci risulta che sia stata effettuata la disinfezione dei luoghi attualmente frequentati dal personale”.
Ma la denuncia di Brignoli continua dicendo: “Questa Segreteria Regionale è già intervenuta in merito alle problematiche attinenti alla salute del personale in relazione al rischio da esposizione ad agenti biologici in occasione dell’evento accaduto presso la Questura di Genova alcuni mesi orsono quando, con molto ritardo e nell’assoluta mancanza di informazioni, fu gestita, dai vertici dell’Amministrazione, un’emergenza sanitaria dovuta ad un potenziale rischio da esposizione a TBC”.
Quindi pare che “prendersela comoda” sia una costante per l’amministrazione della Polizia di Stato, con grave pregiudizio per il suo personale che ignaro dell’esposizione al contagio, potenzialmente può diffonderlo ai famigliari e a tutte le persone con cui vive nella sua quotidianità.
Per tale motivo la Segreteria Regionale, si afferma nel comunicato, ha chiesto con forza alla Segreteria Nazionale di intervenire presso il Dipartimento della P.S. affinchè “si proceda ad individuare le singole responsabilità, in ordine al ritardato avvio delle procedure nonché alla valutazione delle procedure stesse sotto l’aspetto della loro completezza e corrispondenza ai protocolli medici, richiedendone la rimozione dagli incarichi o l’assegnazione ad altre destinazioni”.
Sebastiano Di Mauro
25 febbraio 2012