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Ventidue vittime al giorno per incidenti stradali: la principale causa di morte nella popolazione under 35.
Statistiche argentine spaventose, che spiegano come possano essere, volendo, sfruttare a beneficio di compagnie assicurative senza scrupoli: carancho – sciacalli, o meglio, avvoltoi come recita il titolo del film – appunto.
Il regista Trapero, dichiarate le premesse di cui sopra, imbastisce, prendendo direttamente corpo dalla cronaca locale, un noir sanguinolento e febbrile: un’agente assicurativo “senza licenza” (Ricardo Darìn) passa la notte a cercare survivor o parenti dei defunti su cui lucrare nelle strade e negli ospedali di Buenos Aires. Un lavoro che distrugge ed indurisce l’anima . Tutto l’opposto di quello che, quotidianamente, svolge la co-protagonsta di Carancho: Dottoressa – interpretata dalla brava Martina Gusman – che si occupa di quelle stesse vittime, curandole come meglio può, a bordo della sua ambulanza.
Ovviamente, il legame indissolubile tra i due, farà scattare la scintilla, mettendo così la donna in guai seri.
In una città che appare senza speranza, i due protagonisti rispecchiano il malato frutto di una società cinica e insofferente all’altruismo, costretta a compiere delle scelte in favore dell’economia personale e… generale. Trapero, così, critica ferocemente un sistema crocifisso fatto di falsi sorrisi e fuorvianti promesse restando a sua volta, però, ingabbiato nello schema che lo costringe all’utilizzo di una metafora esangue, davanti alle collisioni di veicoli, girando a vuoto in una giostra letale che si inceppa presto.
Occasione persa? Non del tutto: l’accusa è pesante come un macigno sul petto e pari al peso delle sue vittime.
Dvd disponibile con sottotitoli in inglese, in vendita a partire da 7 $.
Stay tuned!