Non ci resta che…rivederlo
Ogni film che passi attraverso i nostri occhi e che si fermi lì, nel cuore e nella mente, ha la capacità di nascondersi nei cassetti del nostro cervello per farsi una sana dormita (a volte, un vero e proprio letargo) e all’improvviso rispuntare, facendo capolino. Quelle scene che ci hanno fatto ridere, ci hanno fatto piangere oppure ci hanno fatto esplodere le vene negli occhi dalla rabbia, rispuntano come funghi nella nostra mente, come immagini dipinte all’improvviso su un muro bianco: quando poi un film già un po’ vecchietto ritorna nelle sale restaurato, non si può che catapultarsi al cinema per vederlo. Ed è quello che è successo con un grande classico del cinema italiano, uscito per la prima volta nelle sale il 21 dicembre 1984, che ritorna sul grande schermo solo per tre giorni, precisamente il 2/3/4 marzo 2015. Per trovare l’elenco delle sale italiane che aderiscono all’iniziativa e per poter prenotare il biglietto, visitate il sito www.noncirestachepiangere.it. Una rara possibilità di poter rivedere quelle facce, quegli attori, quelle scene che ci “avevano fatto tanto ridere”. Roberto Benigni, il famoso comico e showman toscano, e Massimo Troisi, attore, comico e regista, che purtroppo scomparve prematuramente, a quarantuno anni, per un fatale attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche, di cui soffriva sin dall’età di dodici anni. Due uomini legati da una profonda amicizia, sullo schermo come nella vita reale, che in questo film interpretano due personaggi semplici, genuini, due perle nell’oceano: il maestro delle elementari Saverio (Benigni) e il bidello della stessa scuola Mario (Troisi), che per un banale scherzo del destino si trovano scaraventati indietro nel tempo. Due uomini, abituati alle comode modernità degli anni che stanno vivendo (anche se dirlo oggi fa quasi sorridere), i quali devono improvvisamente adeguarsi alle ritrosie e alle usanze del 1492 (ma resterà sempre la citazione “1400, quasi 1500”) e dovranno avere a che fare con i personaggi storici come Cristoforo Colombo e il Savonarola. Un film che nella sua semplicità, sbancò ai botteghini e piacque a tal punto che ancora oggi alcune sue battute e ilarità sono ricordate: l’esilarante dialogo “Ehi! Chi siete? Cosa fate? Cosa portate? Sì ma quanti siete? Un fiorino!” ripetuto tre volte durante la scena, fa ancora scendere lacrime e scatena risate a chiunque lo risenta. Un rapporto tra i due attori fatto di una sana amicizia che traspare nel film, che esce dallo schermo ed è credibile molto di più rispetto alle rocambolesche fiabe d’amore, trite e ritrite, proposte dai registi odierni. Spiega Benigni “Un film nato da quel sentimento che è così uguale e così distante dall’amore che è l’amicizia… nato proprio dal fatto che siamo invincibili, quando c’è questa armatura fragilissima, trasparente dell’amicizia, del volere costruire insieme una cosa. Eravamo allegri e ognuno poi si appoggiava sull’altro».
Rebecca Cauda
2 marzo 2015