Il Canone del male, un tuffo nella follia
Il canone del male, titolo originale Lesson Of Evil, è un film del 2012 firmato dal geniale Takashi Miike che torna al suo stile esuberante, esagerato e di estrema classe.
130 minuti circa d minutaggio, perfettamente equilibrato e fondamentalmente diviso in due parti.
La prima è quella di preparazione, architettata perfettamente e curata in tanti piccoli dettagli invisibili. È la storia di un docente appassionato del proprio lavoro e che ha uno speciale rapporti con gli studenti che lo vedono come un punto di riferimento e un confidente di esperienza.
Si diramano quindi tante piccole sottotrame che identificano in poco tempo moltissimi personaggi secondari che sono gli studenti.
La seconda parte è quella tipica di Miike: la follia.
Dietro la maschera angelica del professore, si nasconde l’ombra oscura di un feroce serial killer.
Una psicologia perfettamente studiata: sindrome narcisistica, delirio di onnipotenza, personalità multipla. Dettagli mai palesati direttamente, ma dipinti attorno a questo personaggio in modo soffuso e sfocato.
La grandezza di questo film è proprio la preparazione al delirio, la giustificazione della violenza spropositata che la fa da padrona nell’ultima mezz’ora.
Un dettaglio fondamentale e magistralmente gestito è la musica, in particolare le note de La ballata di Mackie Messer, meravigliosa composizione di Kurt Weill, pezzo simbolo de L’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht. È il presagio del mostro, è l’emblema della psicosi, e col crescere della sete di sangue la canzone cambia note e genere, complici i moltissimi artisti che l’hanno reinterpretata: Frank Sinatra, Michael Bubblé, The Doors solo per citarne alcuni; perfino Massimo Ranieri e Domenico Modugno.
Il canone del male è quindi un bel film che racconta la storia di un mostro perfettamente mascherato e inserito nella società, la tipologia di serial killer che nella realtà forse fa più paura. Edmund Kemper può essere un esempio.
L’attore protagonista è Hideaki Ito, noto principalmente per la parte in un’altra opera firmata sempre da Takashi Miike, Sukiyaki Western Django, tributo al capolavoro di Segio Corbucci.
Film assolutamente consigliato, in particolare agli amanti del genere thriller o horror, ma di quelli un po’ cattivi. Non possono rimanere delusi, perché difficilmente e raramente possiamo ammirare una storia d’amore studentesca che finisce a colpi di fucile, stroncata sul nascere.
“Mostra i denti il pescecane
e si vede che li ha
Mackie Messer ha un coltello
ma vedere non lo fa.”
Bertolt Brecht, L’Opera da tre soldi
di Valerio Di Lorenzo
11 gennaio 2015