Dialogo con S.E. Mohammad Reza Sabouri, l’ambasciatore della R. I. dell’Iran a Roma

In virtù della sua millenaria storia e del suo ruolo geopolitico, l’Iran rappresenta una realtà strategica nello scacchiere globale. Recentemente al centro delle cronache mediatiche per i disordini scoppiati nel Paese, Teheran vive una nuova fase della sua storia internazionale.
Per capire le prospettive iraniane e costruire un ponte verso la profonda cultura del Paese, abbiamo intervistato a Roma Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore iraniano di lunga esperienza politica e diplomatica.
Buongiorno ambasciatore, quali sono i suoi obiettivi durante questo mandato?
Tra l’Iran e l’Italia ci sono state sempre buone relazioni, L’Italia è tra quei paesi europei con i quali abbiamo avuto sempre relazioni costruttive a vari livelli politici, economici e culturali.
Durante la mia missione in Italia vorrei impegnare tutta la mia esperienza acquisita sia nella carriera direttiva al Ministero degli Affari Esteri, sia nella veste di Ambasciatore della R. I. dell’Iran nelle varie parti del modo, nel proseguimento dello sviluppo di relazioni tra i nostri due paesi in tutte le dimensioni. Con la consapevolezza che l’andamento di queste relazioni non sono state prive di alti e bassi ma con la convinzione che con la buona volontà delle parti ci sarà la possibilità di superali.
L’Italia da sempre è un partner importante e affidabile dell’Iran. L’amicizia storica e le relazioni durature tra i nostri due paesi costituiscono un patrimonio da utilizzare per la costruzione dei futuri rapporti. In questo ambito speriamo di poter ospitare, nei prossimi 6 mesi, una delegazione italiana sia del Ministero degli Affari Esteri e del Parlamento. Le economie complementari dei due paesi offrono la possibilità per lo sviluppo delle relazioni presente e futuro. La buona reputazione dell’Italia e i prodotti Made in Italy possono giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo delle industrie iraniane.
Quali sono, secondo lei, i principali punti d’incontro tra la cultura iraniana e italiana?
L’Italia e l’Iran hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della civiltà umana. Entrambi sono fondatori di due antiche culture e in questo senso, hanno un importante patrimonio culturale.
Pertanto, la storia della ricca civiltà è una piattaforma ideale per la cooperazione culturale tra Iran e Italia. Oltre a ciò, si può prendere in considerazione anche la cooperazione in altri campi culturali, inclusa la cooperazione religiosa. Le religioni celesti dell’islam e del cristianesimo nei due paesi hanno storicamente svolto un ruolo e una posizione speciale in ciascuna di queste società e, da questo punto di vista la cooperazione nell’ambito fede-religione può essere un punto di riferimento per la cooperazione culturale tra i nostri due paesi.
La ricca storia dei due paesi nell’arte e nell’architettura può anche essere un altro terreno per la cooperazione tra i due paesi. Allo stesso tempo, l’espansione dell’attività del settore turismo offrirà maggiori opportunità di scambi culturali tra i due paesi.
Tra Islam e Cristianesimo, esiste una via di comunicazione?
Queste due religioni celesti hanno il maggior numero di seguaci al mondo. Entrambe le religioni hanno molti valori morali innati comuni, come la ricerca della giustizia, della libertà, dell’amicizia e della pace, che possono fornire la base per una migliore comunicazione e comprensione reciproca per i seguaci di entrambe le religioni. A questo proposito, da 12 anni sono in corso il dislogo interreligioso tra intellettuali musulmani iraniani e cristiani cattolici.
Dal punto di vista di collaborazione prettamente economica, si apriranno nuovi scenari tra l’Iran e la nostra nazione?
Prima di venire in Italia, sono stato Direttore Generale per l’Economia del Ministero degli Affari Esteri. Uno degli obiettivi importanti della mia missione in Italia è quello di seguire e sostenere lo sviluppo delle relazioni economiche tra i nostri due Paesi.
Attualmente, nonostante tutto, molte aziende Italiane in vari settori stanno lavorando e collaborano con aziende iraniane. Dobbiamo creare nuove opportunità per lo sviluppo delle attività economiche per le imprese iraniane e italiane.
Considerando che l’Italia è un Paese industriale e le industrie in questo Paese sono significativamente distribuite nel suo territorio, pensiamo di utilizzare questa potenzialità per creare la sinergia tra le regioni italiane e altrettante regioni e Iraniane per lo sviluppo della cooperazione economica e commerciale tra di loro.
In particolare, siamo interessati ad una sinergia nel campo dell’energia, il settore in cui in passato abbiamo avuto un’ottima collaborazione con Italia.
inoltre, considerando la posizione geografica dell’Iran, il nostro paese può divenire un Hub per accedere ai mercati dei paesi dell’Asia minore con un numero stimato di 400 milioni di consumatori.
Roma e Teheran rappresentano due riferimenti ricchi di storia e cultura, grandi protagoniste del palcoscenico della civiltà. C’è qualcosa che l’ha colpita in particolare della città di Roma? Trova delle somiglianze tra le due capitali?
A primo impatto mi ha colpito l’accoglienza calorosa degli italiani, li ho sentiti vicini allo spirito degli iraniani. Amore per il prossimo e la fede religiosa credo che siano altri elementi comuni tra i nostri due popoli. Il secondo aspetto è stata l’importanza del valore della famiglia che svolge un ruolo fondamentale in entrambe le nostre culture. Il ruolo della religione nella società è un altro aspetto comune molto importante tra i nostri due paesi.
In Italia si discute spesso del ruolo dei media nel dibattito pubblico. Che missione hanno i mass media secondo lei?
Oggi, il ruolo di alcuni media è cambiato. Il loro obiettivo dovrebbe essere la divulgazione delle vere e genuine informazioni, ma purtroppo vediamo che alcuni media sono diventati come uno strumento per influenzare l’opinione pubblica di altri paesi per intervenire nella loro vita politica ed economica. Pensiamo come possano far fallire un’impresa semplicemente attraverso la pubblicità negativa suoi loro prodotti. I media possono essere particolarmente influenzati anche da strumenti politici e d’intelligence, come nel caso dell’Iran in cui è stata sollevata la questione del velo, una tematica che noi affrontiamo da 40 anni ed oggi è possibile vivere in Iran sia con velo o senza velo.
Il nostro Paese ha 85 milioni di abitanti ed è normale che, come ogni società, ci sono mobilitazioni dell’opinione pubblica, i sindacati ecc. ecc., ma quando intervengono forze esterne per indire le manifestazioni ed agitazioni in piazza, con la introduzione delle armi nel paese, inevitabilmente entra in gioco un problema di sicurezza nazionale. Il nostro governo ha sequestrato molte armi che illegalmente erano portati nel paese dall’estero. In questo periodo abbiamo visto e letto molte notizie false sulla vicenda del imposizionamento del velo, i giornali sono uno strumento, può essere utilizzato sia per scopi positivi che negativi.
Secondo le vostre informazioni, quali servizi d’intelligence o apparati internazionali avrebbero avuto un’influenza nei recenti fatti accaduti in Iran?
Noi riteniamo che Israele ed Usa abbiano forti interessi in tal senso. Non è affatto una sola questione di politica interna. Il regime dello Shah era completamente sotto l’influenza americana. Mentro noi abbiamo chiuso tutte le relazioni con gli Stati Uniti e siccome abbiamo deciso di essere indipendenti e data la importanza geopolitica del nostro paese, ci sono stati vari tentativi di rovesciare il nostro governo, pensiamo ad esempio alla guerra in Iraq. In effetti, stiamo pagando il prezzo del desiderio di essere un paese indipendente e autonomo.
Guerra in Ucraina, qual è la sua posizione sul conflitto?
l’Iran è contro qualsiasi guerra. Noi conosciamo troppo bene i danni che le guerre possono infliggere da un paese e al suo popolo. Noi abbiamo vissuto sulla nostra pelle i conflitti bellici. Con l’Ucraina e con la Russia abbiamo avuto buone relazioni, anche dal punto di vista della cooperazione militare. Dopo lo scoppio la guerra, l’Iran ha parlato con tutte e due le parti, cercando di trovare una soluzione. Noi crediamo anche che si debba riflettere sulle radici di questa guerra. Pensiamo che il danno più grande viene sofferto sia dagli europei, che dagli ucraini e dai russi. L’unica forza che in questo momento ha un vantaggio dal conflitto sono gli Stati Uniti. Noi pensiamo che il diritto dell’uomo debba essere rispettato in ogni sua forma