USA: Hillary Clinton vera vincitrice del primo dibattito televisivo
La candidata democratica alle presidenziali 2016 ha letteralmente dominato i suoi avversari durante il primo dibattito martedì sera a Las Vegas. Jackpot per la Clinton che torna in testa nei sondaggi dopo un periodo mediatico travagliato
WASHINGTON D.C – È una raggiante Hillary Clinton quella che appare in tv alla fine del primo dibattito. L’ex first Lady arriva a questo appuntamento dopo aver ingoiato diversi rospi negli anni, e certamente, non la farà passare liscia ai suoi avversari come il senatore del Vermont. Grazie alla sua collaudata esperienza in materia – ha partecipato a più di venti dibattiti durante la sua candidatura nel 2008 – Hillary Clinton, 67 anni, ha secondo gli esperti largamente dominato la scena, staccando uno dei primi ticket verso la Casa Bianca. Tenace, sicura di sé ma soprattutto rilassata, l’ex segretario di Stato si è dimostrato straordinariamente a suo agio sulla maggior parte delle tematiche affrontate al contrario di Bernie Sanders che è apparso confuso per molti, vista la sua “strategia”. Rifiutandosi di attaccare direttamente la Clinton proprio sul suo punto debole – lo scandalo delle email – Hillary utilizzava un account personale senza sicurezza quando era segretaria di Stato, Sanders, 74 anni, fa un regalo alla sua avversaria più accreditata. Evita l’argomento dichiarando: “Il popolo americano è stufo di sentir parlare delle sue email”. Non poteva lanciare un messaggio più gradito alla Clinton che ha risposto felice dell’involontario aiutino: “Grazie! Anche io, anche io !”. L’autorevole “The New York Times” ha spiegato come la debolezza di Hillary si sia paradossalmente trasformata così in un punto a suo favore. “Da mesi i repubblicani non vedono l’ora di affrontare la Clinton, da ieri sera avranno anche qualche dubbio”, ha invece spiegato il sito Politico.
Check it: Incredible moving portraits of all #DemDebate candidates on http://t.co/Ur99l2skIr http://t.co/AdgtcduXEV pic.twitter.com/DtYLOLZGA7
— CNN (@CNN) 14 Ottobre 2015
Certo, ora l’orizzonte per l’ex first lady appare decisamente più sereno. Sanders, che può rappresentare una minaccia in Iowa e nello Stato del New Hamsphire, non ha registrato nulla di positivo. Joe Biden, il vice presidente di 72 anni, anche lui in corsa, ha constatato che l’impresa si rivela più complicata del previsto. In effetti, i sondaggi collocano già la Clinton in testa e la sua perfomance a Las Vegas non dovrebbe fare altro che consolidare la sua posizione. Tuttavia, gli resta da completare l’ultimo punto,: convincere gli americani. Un bel lavoro da fare… Già! Perché un sondaggio condotto dalla CBS e pubblicato domenica, rivela informazioni senz’altro inquietanti: il 61% dei votanti stima che non ha guadagnato fiducia e dubitano della sua onestà. Il 53% ha un’opinione sfavorevole nei suoi confronti, il più alto dato registrato in questo senso dal 1992. Il 48% ha espresso che la Clinton sia una figura che non si preoccupa della routine americana e dei problemi della vita di tutti i giorni che riguardano i cittadini. Deve inoltre convincere l’elettorato che non è figura che va in funzione dell’umore dell’opinione pubblica. Il 22 ottobre dovrà deporre di fronte a una commissione parlamentare. C’è da segnalare però, che con l’importante risultato raggiunto nel primo dibattito televisivo, si è rimessa in marcia.
Bernie Sanders, dunque, ha puntualizzato come fosse soltanto interessato alle vere problematiche e non alle storie personali dei candidati. Quella di non centrare l’attenzione sullo scandalo delle email di Stato è stata una mossa inattesa per la candidata democratica che ha giocato il ruolo della donna dall’esperienza importante ma anche e soprattutto, dell’outsider, che può presumibilmente risolvere le grane del paese poiché molto motivata. Effettivamente, è apparsa molto preparata. La sua prestazione era molto attesa. È stata molto incisiva, concreta nell’evidenziare in maniera sostanzialmente sistemica le debolezze e le contraddizioni dei suoi avversari. Anderson Cooper però ha attaccato direttamente la Clinton attraverso la sua prima domanda, una domanda chiara con la quale chiede se lei cambia idea su ogni argomento per semplice opportunismo politico. La risposta arriva immediata. Hillary spiega di aver cambiato diverse volte opinione su diversi soggetti durante la sua carriera politica ma ricorda, soprattutto, di non aver mai mutato i suoi valori fondamentali, veri e propri capi saldi della sua attività. Cooper allora insiste e chiede: “Ma lei è una progressista o una moderata?”, la candidata non si fa attendere e replica: “Sono una progressista che ama lavorare”. Un modo pratico per conservare il suo pragmatismo senza farsi mettere in piedi in testa.
Con Bennie Sanders è stata molto combattiva, attaccandolo già dall’inizio sul suo debole bilancio circa il controllo delle armi. Inoltre, ha puntato il dito anche contro la sua opposizione al capitalismo e al suo credo socialista democratico che ha tentato di difendere riferendosi alla Danimarca, la Svezia e la Norvegia. “Adoro la Danimarca, ma noi siamo gli Stati Uniti d’America. Il nostro lavoro è di correggere gli eccessi del capitalismo”, ha detto la Clinton. Un altro argomento rilevante è stato quello delle banche. Un punto che Hillary ha voluto discutere per non rimettere il paese sul cammino della crisi e di un nuovo fiasco finanziario anche se è stata piuttosto sulla difensiva.
La scena se la sono presa Sanders e la Clinton, mentre gli altri tre candidati tentano ancora di farsi conoscere. Il governatore O’Malley è apparso offensivo tentando evidentemente di approfittare del suo bilancio nello Stato del Maryland. Jim Webb e Licoln Chafee, non hanno lasciato il segno. Il primo è un ex marine dal profilo interessante ma apparso sicuramente troppo taciturno per l’ambita carica mentre Chafee è apparso inconcludente. Il primo dibattito è stato prevalentemente impostato sulle questioni primarie del paese. Su numerosi punti tutti erano sostanzialmente d’accordo, come sulla necessità di combattere il cambiamento climatico, un punto chiaramente in disaccordo con la politica repubblicana. La politica, estera invece, è stata da questo punto di visto frammentata. Hillary ha comunque rimesso sul tavolo l’idea di una zona di esclusione aerea in Siria, un modo per permettere agli Stati Uniti di disporre dei mezzi necessari per costringere la Russia a sedersi al tavolo delle negoziazioni.
E JOE BIDEN?
Alla conclusione del dibattito, i commentatori si sono interrogati sulle chance di Joe Biden. L’opinione generale è stata scettica. Gloria Borger, giornalista, ha fatto notare come il risultato comunque significativo della Clinton nel dibattito, possa far riflettere lo stesso Biden a non scendere in campo mentre David Axelrod, ex consigliere di Obama, ha sentenziato che non vede ragioni per la discesa in campo dell’attuale vice presidente.
(Twitter @ManuManuelg85)