Turchia: l’inutile censura di una strage
La Turchia è sotto shock dopo l’attentato suicida perpetrato dallo Stato Islamico a Suruc, una cittadina situata nei pressi della frontiera siriana, dove sono morte 32 persone. Una foto di due vittime ha fatto rapidamente il giro del web (una donna ferita tiene per mano un’altra donna sul punto di morire). Un’immagine terribile che testimonia la condivisione della violenza, del dolore, dell’umanità e della compassione
SURUC – La polizia turca ha identificato un sospetto legato all’attentato suicida che ha mirato lunedì i militanti della causa curda nella città turca di Suruc (sud della Turchia), nella zona della frontiera siriana, come annunciato dal Primo ministro turco, Ahmet Davutoglu. Nel mirino dell’esplosione una conferenza stampa di un gruppo di 300 membri della SGDF (Sosyalist Gençlik Dernekleri Federasyonu / Federazione delle Associazioni dei giovani Socialisti), per annunciare il loro impegno nella ricostruzione di Kobane, città siriana diventata simbolo della resistenza curda nei confronti dell’ISIS.
Le ragazze della terribile fotografia erano lì per ricostruire quello che è stato distrutto, per collaborare alla rinascita, per dare acqua e assistenza. Gli sforzi profusi d per deviare l’attenzione fortunatamente sono vani poiché le immagini girano rapidamente sul web. L’odio e la violenza non possono e non devono essere taciuti.
Nonostante una lunga campagna promossa nelle ultime settimane e diffusa dal SGD, nessuna particolare misura di sicurezza è stata intrapresa dalla città turca. Il massacro mira alla rottura della solidarietà internazionale crescente tra i popoli.
Attentato kamikaze in #Turchia. Imposto stop a video e foto su esplosione #Suruc http://t.co/t8Lvcb6Tcr pic.twitter.com/drsQq4vgNi
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) 22 Luglio 2015
In un messaggio diffuso giovedì scorso sui diversi canali controllati dal suo servizio di comunicazione, l’ISIS denunciava “il cambiamento di atteggiamento” di Ankara nei loro confronti. Il gruppo jihadista ha minacciato la Turchia di ritorsioni se non ritirava il proprio “sostegno”. È la prima volta che Daesh evoca apertamente la sua tacita alleanza con la capitale turca.
Nelle ultime ore, le forze dell’ordine locali hanno identificato un giovane di 20 anni come l’autore dell’attentato. “Confermiamo sulla base delle analisi genetiche effettuate che l’autore dell’attentato è un uomo di 20 anni originario di Adiyaman (sud est della Turchia)”, ha dichiarato un responsabile turco coperto dall’anonimato.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
23 Luglio 2015