Libano: un anno intero senza presidente aggrava la crisi
Il Libano è senza presidente da un anno, dopo l’ennesimo fallimento (sono 23) del parlamento di trovare un successore a Michel Sleimane il cui mandato di sei anni si è concluso il 25 maggio 2014
LIBANO – Il governo libanese dirige il paese in assenza del presidente che secondo la Costituzione deve essere eletto da due terzi del parlamento nel primo turno e da una maggioranza semplice per i turni successivi. Il parlamento conta 128 seggi.
Tuttavia, il quorum richiesto per la riunione del parlamento è di due terzi dei seggi e questo quorum non è stato raggiunto a causa del boicottaggio dello Hezbollah e del Movimento patriotico libero del deputato Michel Aoun, che sostiene la sua candidatura al posto del presidente. L’Occidente sostiene la candidatura del leader delle Forze libanesi, Samir Geagea, mentre la parte democratica condotta dal deputato Walid Jumblatt, sostiene la candidatura di Henri Helou.
Secondo un accordo sulla condivisione dei poteri, il presidente dovrebbe essere cristiano, lo speaker musulmano sciita e il Primo ministro musulmano sunnita.
Il vuoto presidenziale ha generato il disordine nel lavoro del parlamento, poiché tute le decisioni devono essere necessariamente approvate all’unanimità dai 24 ministri. Lo stesso vuoto ha comportato blocchi legislativi considerevoli.
Questa situazione coincide con la crisi siriana e le sue ripercussioni sulla scena libanese con l’afflusso importante di rifugiati siriani, che hanno avviato un dialogo tra il movimento sunnita Almustaqbal e lo Hezbollah sciita alfine di ridurre la tensione storica che regna tra i sunniti e gli sciiti tentando di immunizzare il libano dagli incendi regionali.
Nonostante ciò, le minacce sono al rialzo, soprattutto dopo che il fronte Al-Nosra legato ad Al Qaeda e allo Stato islamico, hanno preso il controllo della città di frontiera Arsal nell’agosto del 2014. Numerosi analisti politici non vedono come questo vuoto possa essere colmato, pur considerando l’insistenza delle forze politiche sulla necessità di eleggere un nuovo presidente per far fronte a tutte le minacce economiche nei confronti del Libano.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
25Maggio 2015