Giornata della memoria per non dimenticare, molte iniziative anche Italia

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, e coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.”
Questo è il testo integrale della legge del 20 luglio 2000 in cui viene istituito il Giorno della Memoria. La giornata della memoria dell’Olocausto (una delle pagine più terribili della storia dell’umanità) e della prevenzione dei crimini contro l’umanità, ricorda l’arrivo delle truppe sovietiche nei campi di Auschwitz il 27 gennaio 1945. Sono più di dieci anni che questa giornata è stata proclamata dal Consiglio Europeo. Una giornata di commemorazione celebrata dalla stampa per non dimenticare, attraverso un importante lavoro storico, le condizioni e le tappe del processo che hanno condotto alla catastrofe.
Questa giornata evoca generalmente l’olocausto, termina anglosassone di consonanza biblica che descrive la distruzione di massa del popolo ebraico europeo. Oggi, si festeggiano 70 anni dalla liberazione e i sopravvissuti ad oggi ancora in vita, sono circa 300. Le pagine più buie della storia dell’uomo sono ancora conservate nei campi di sterminio. Auschwitz I, in Polonia, è il primo di tre lager sul posto concepiti dai nazisti per i prigionieri di guerra e accolse il primo carico umano il 14 giugno del 1940. Quel campo ha significato la morte di oltre 1 100 000 persone dei quali il 90% erano ebrei. Tra i 1 300 000 prigionieri del nazismo hitleriano vi erano anche 140-150 mila polacchi, 33 mila rom, 15 mila sovietici e 25 000 persone di diverse provenienza.
I luoghi del terrore sono visitabili e ad Auschwitz, una volta passato il cancello d’ingresso con la tristemente nota scritta “Arbeit macht frei” (il lavoro rende liberi), è possibile vedere il primo forno crematorio. Migliaia di scarpe, di occhiali, valigie con nomi, protesi, capelli avvolti in sacchetti (venivano rivenduti nel campo o usati come imbottiture), sono ancora là a testimonianza dell’orrore umano proliferatosi all’interno del campo. Qualche chilometro vicino, si trova il “Blocco 6”, dove venivano lascati i bambini separati dalle madri. Potevano sperare di cavarsela solo se in grado di lavorare. “Il prossimo 27 gennaio è l’ultima volta in cui sarà possibile festeggiare la liberazione in un anniversario decennale con le testimonianze dei sopravvissuti. Per questo motivo, i protagonisti di questa occasione saranno loro. La loro voce ci guiderà nella memoria” – ha dichiarato il direttore del Museo di Auschwitz, Piotr Cywinski in una conferenza stampa come riportato dall’ANSA.
I ricordi di quanto accaduto sono vivi ed evocati dai campi, luoghi di sterminio, ma anche e soprattutto dalle parole dei sopravvissuti, quasi tutti centenari. I loro racconti permettono di tornare indietro più approfonditamente. I musei dei campi e i campi stessi, devono essere tutelati per ricordare al mondo questa drammatica pagina di storia che non deve essere dimenticata, mai. Perché in fondo, quel contesto non è così lontano.
Per le celebrazioni della giornata sono state annunciate delegazioni per i 38 paesi partecipanti, l’Italia sarà rappresentata da Pietro Grasso, in veste di sostituto del Presidente della Repubblica.

Per non dimenticare il genocidio compiuto contro gli ebrei, sono molte le città italiane che parteciperanno ad eventi e iniziative. A Milano dal 25 al 27 gennaio sono programmate visite guidate gratuite promosse dalla Fondazione Memoriale della Shoah, sarà possibile scoprire i sotterranei della stazione centrale da dove partivano i treni per i campi di concentramento; il 27 gennaio il Politecnico presenta lo spettacolo “Meccaniche del Silenzio – Frammenti umani nel progetto Olocausto”. Palazzo Morando invece ospiterà dalle ore 9:30 – 17:30 le opere dell’artista polacca Mela Muter. In serata si terrà un concerto al Conservatorio Giuseppe Verdi (ore 20) e la pièce “Avatim” organizzato dalla compagnia teatrale Orto-Da Theatre Group.
A Torino il 27 gennaio alle ore 9:30 ci sarà la commemorazione del ricordo dei caduti al cimitero monumentale mentre rimarrà aperta al pubblico fino al 28 gennaio la mostra fotografica sulla storia del Ghetto di Lodz (Piazza Castello 165, aperta dalle 11 alle 19).
Venezia partecipa alla Giornata della Memoria attraverso due mostre ad ingresso gratuito: “Sinagoga di Zagabria 1867 – 1942 – 2015”, (Museo ebraico di Cannaregio, aperta fino al 3 marzo, info orari al numero 041 715359) e l’esposizione “Ottobre 1944. La deportazione degli ebrei dagli ospedali psichiatrici veneziani. Testimonianze dall’archivio di San Servolo a 70 anni dall’evento” (aperta fino al 31 gennaio, dalle 9 alle 18).
A Bologna il 27 gennaio, fra i molti appuntamenti, segnaliamo lo spettacolo “Anne – La carta è più paziente degli uomini” (ore 21 presso la Stalla delle Meraviglia, in via Garavaglia) e la proiezione dello spettacolo teatrale a cura di Marco Paolini “Ausmerzen. Vite indegne di essere vissute” (ore 20:30 al Centro culturale giovanile Pianoro Factory).
La capitale non è da meno fino al 30 gennaio, alle ore 10 e alle 12, andrà in scena lo spettacolo “Brundibár”. Il 27 gennaio è in programma la proiezione al Teatro Villa Torlonia di “Wolf”, la fiaccolata promossa dall’Associazione Opera Nomadi (dalle 17:30 alle 19, ritrovo in piazza dell’Esquilino), lo spettacolo “Primo” tratto da “Se questo è un uomo” di Primo Levi, alle ore 19 al Teatro India (con repliche il 28 gennaio alle ore 17 e il 29 gennaio alle ore 21).
Anche Napoli sarà protagonista nella giornata del ricordo e ospita l’esposizione “Comunità ebraica di Napoli: 150 anni di storia” (Chiostro del platano dell’Archivio di Stato, aperta il lunedì e il giovedì, ore 9:30-11:30). Il 27 gennaio alle ore 10 l’appuntamento è con l’attribuzione delle Stelle di David nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino, alle ore 12, insieme al sindaco De Magistris, verrà deposta una targa commemorativa in via Morghen 65, casa di Sergio De Simone, il bambino deportato dai tedeschi e ucciso a sei anni.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuMnauelg85)
26 Gennaio 2015