Siria: quasi 1 200 morti a Kobane in soli due mesi
Circa 1200 persone per la maggior parte jihadisti del gruppo estremista dello Stato islamico (ISIS) e dei combattenti curdi, sono stati uccisi nello spazio di due mesi nella città siriana di Kobane, come riportato domenica dall’Osservatorio siriano dei diritti dell’Uomo (OSDH).
Siria – Oltre agli scontri che proseguono nel sud della terza città curda della Siria, al confine con la Turchia, la coalizione internazionale ha condotto nella notte tra sabato e domenica nuovi raid aerei contro il gruppo jihadista a Kobane. Secondo un giornalista curdo siriano, Moustapha Abdi, che si trova nel lato turco della frontiera, gli aerei della coalizione “hanno condotto almeno sette raid notturni molto intensi”.
Le esplosioni sono state udite a 20 km di distanza da Kobane, facendo tremare le vetture dei giornalisti presenti alla frontiera. Kobane è passata dalla difesa all’attacco in ragione dei raid aerei e del sostegno apportato ai peshmerga dell’Esercito siriano libero.
L’OSDH domenica ha riferito di scontri avvenuti nel sud della città che “proseguono dopo più di 70 ore”, aggiungendo che i combattimenti curdi hanno fatto esplodere un veicolo dell’ISIS che circolava nell’est della provincia di Kobane uccidendo tre jihadisti.
Da sabato sera, 23 combattenti dell’ISIS, di cui due comandanti, sono stati uccisi a Koban secondo i dati forniti da una ONG.“I combattenti curdi avanzano lentamente a causa delle mine installate dall’ISIS. Tentano di riprendere i settori occupati da Daes (acronimo arabo di ISIS), secondo un giornalista locale.
Il gruppo islamico ha lanciato un’offensiva a metà settembre contro la regione di Kobane. Dopo essersi impossessato di una decina di villaggi, i jihadisti, preceduti da una reputazione brutale, si sono presentati il 6 ottobre alle porte di Kobane, suscitando un movimento di panico tra gli abitanti che son fuggiti in migliaia verso la Turchia.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
17 Novembre 2014