Siria: l’ONU reclama sostegni finanziari per i paesi vicini
Berlino – Le Nazioni Unite hanno evocato un aumento del sostegno finanziario internazionale ai paesi vicini alla Siria, tra i quali il Libano, sommerso da circa 3 milioni di rifugiati fuggiti dall’inizio della guerra civile.
“I paesi che accolgono i (rifugiati siriani, ndr) hanno bisogno di un sostegno finanziario più importante e lo meritano”, ha detto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, all’apertura di una conferenza internazionale che ha riunito 40 rappresentanti di paesi e di organizzazioni internazionali nella capitale tedesca.
L’esodo di massa siriano che fugge dalla guerra civile e dal regime di Assad è “la crisi umanitaria più drammatica alla quale il mondo è confrontato da molto tempo”, ha dichiarato Guterres. Le conseguenze per i paesi vicini alla Siria sono evidentemente enormi. “L’economia, i servizi pubblici, i sistemi sociali (…) sono pesantemente colpiti, senza parlare dell’impatto sulla sicurezza in tutta la regione”.
Più di tre milioni di siriani hanno lasciato il proprio paese, in maggioranza per trovare rifugio nei paesi limitrofi come il Libano, la Turchia e la Giordania. La guerra civile siriana, ha provocato la crisi di rifugiati più importante dopo lo genocidio in Ruanda negli anni novanta, la metà degli abitanti sono emigrati. Il Libano accogli oltre 1,1 milioni di siriani, un fardello certamente pesantissimo per questo paese composto da 4 milioni di abitanti dall’equilibrio fragile che ha quasi chiuso le frontiere del paese. Il Primo ministro libanese, Tammam Salam ha insistito sul fatto che il suo paese: “È oltre le sue capacità di assorbimento”. Il Libano ”ha urgentemente bisogno di condividere questo fardello”, ha sottolineato evocando l’effetto destabilizzante e il terreno fertile per l’estremismo e la violenza.
Il ministro degli Esteri giordano, Nasser Judeh, ha ugualmente invitato la comunità internazionale a fornire “un aiuto internazionale più robusto per aiutare i paesi” vicini alla Siria. Il ministro degli Esteri tedesco Frank Walter Steinmer, invece, ha spiegato la grande sfida che comporta per il sistema sanitario pubblico e di approvvigionamento idrico di un paese come il Libano accogliere ulteriori rifugiati. A sostegno di questa suo ipotesi ha detto: “Possiamo immaginarci la forza esplosiva per le strutture sociale di un paese come il Libano”. Giudicando la “situazione sempre più difficile” per i paesi che accolgono i rifugiati, l’Alto commissario dei rifugiati ha stimato che un “cambiamento quantitativo ”era necessario nell’aiuto da apportare “al fine di prevenire un disastro umanitario”. Ha ugualmente rinnovato gli appelli agli altri paesi della frontiera siriana perché aprono le loro porte.
Una cinquantina di organizzazioni non governative (ONG), hanno lanciato lunedì un appello in favore di una aumento degli aiuti umanitari. Il grande dramma che si cela dietro a questa terribile situazione umana è il numero di bambini coinvolti: sono oltre la metà dei rifugiati. L’ONU li ha già etichettati come una “generazione persa”. Un dato terrificante. Nel vecchio Continente e nel resto del globo, il numero di rifugiati accolti resta irrisorio nonostante i ripetuti appelli dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (HCR). In Europa, dei 28, 144.632 siriani hanno chiesto asilo dal 2011. Delle nazioni rappresentate e direttamente coinvolte solo la Germania e la Svezia hanno tentato di fare qualche mossa in più.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
28 Ottobre 2014