Scozia: gli higlander pronti a votare per l’indipendenza
Con un elettorato mai così grande (oltre 4 milioni di iscritti alle urne), il 18 settembre si vota al referendum per l’indipendenza. 35 mila sono i volontari che cercano di convincere gli scettici e gli indecisi attraverso 473 postazioni e 2,6 milioni di volantini distribuiti in 48 ore.
Il popolo scozzese si appresta a votare quello che si preanuncia come uno storico referendum. Giovedì, il divorzio tra Edimburgo e Londra coinvolgerà tutti fino all’ultima scheda. In molti, specialmente i ricchi, sostengono che sia necessario mantenere lo status quo e non separarsi da Westminster, ma probabilmente sono di più i sostenitori dell’indipendenza da secoli evocata dagli scozzesi più orgogliosi. Una battaglia lunga secoli che potrebbe finalmente trovare la sua conclusione. Mille anni di guerre e di sangue, di eroi leggendari, di guerre civili e di re indipendentisti potrebbero trovare gloria alle urne.
Il popolo è interamente schierato per il si e la mobilitazione di massa rappresenta una volontà popolare molto forte. Leader locali e intraprendenti volontari creano comizi e riunioni senza sosta.
Non è da meno però la controparte, i nazionalisti che rappresentano la maggioranza del nord dichiarano l’importanza di un’alleanza strategica con l’Inghilterra.
Dall’Inghilterra, oggi il Premier Cameron si è pronunciato alla vicenda dichiarando che se gli scozzesi vorranno separarsi sarà per sempre. Ha invitato il paese a non ricorrere a questo divorzio doloroso mentre gli esperti giudicano questa eventualità come una follia da bancarotta. Effettivamente Londra non è più inglese come un tempo Il crogiuolo di razze e il meltin pot ne fanno una delle città più cosmopolite del mondo. Una città che vive dei principi di tolleranza e di accoglienza che rappresentano l’esatta negazione di un voto a favore dell’indipendenza delle Highlands. L’unione fa la forza proprio come ribadito dalle parole di un deputato: “Presi da soli siamo patetici, uniti ci salviamo a vicenda”. Appare chiara dunque la posizione di Londra al riguardo. Per ora secondo i sondaggi i separatisti sono il 40,8%, gli unionisti il 47% e gli indecisi sono circa il 12% e giocheranno un ruolo determinante.
Il futuro della nazione e non solo, appare ancora in bilico. Giovedì potrebbe essere decretata la storica indipendenza oppure il paese potrebbe continuare a mantenere il ruolo attuale. Tuttavia, lo spirito dell’indipendenza forgiata da secoli sembra molto forte e l’orgoglio di appartenenza questa volta potrebbe risultare determinante. Se l’indipendenza verrà proclamata ci sarà probabilmente un altro referendum nel Regno Unito questa volta, per scegliere come sostituire la storica bandiera Union Jack. Già, perché l’influenza della Scozia sulla bandiera non è di poco conto. La bandiera infatti, nasce da un incrocio di quella inglese (la croce di San Giorgio) dalla quale prende il rosso, e la croce di Sant’Andrea dalla quale prende il bianco e lo sfondo azzurro come stabilito da un regale del 1606. Tra le ipotesi per la nuova bandiera figura quella del giallo estrapolato della croce di San Davide, uno dei vessilli gallesi e il blu della Scozia sarebbe sostituito dal nero. Esiste anche la soluzione di uno stemma reale piazzato al centro della bandiera.
Di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
16 settembre 2014