Ucraina: perché la Russia esita a tagliare la fornitura di gas
La questione dell’approvvigionamento del gas diventa di fondamentale importanza nella crisi ucraina. La situazione del paese, dovrebbe essere l’argomento centrale della negoziazioni di oggi tra i paesi del G7 (l’ex G8, ridotto a sette paesi dopo che la Russia non è più la benvenuta in ragione della crisi ucraina), che hanno già evocato la “necessità di finanziamenti” per l’Ucraina.
Nella giornata, il Presidente russo, Vladimir Putin, ha assicurato, in una lettera indirizzata agli Europei, che in nessun caso di non pagamento dell’Ucraina per la fattura di gas, le forniture verranno interrotte. Ha chiesto la “consegna e il transito del gas russo nel rispetto delle condizioni contrattuali”. Un quarto del gas utilizzato nell’Unione europea (UE) proviene dalla Russia; la metà di questo gas transita per l’Ucraina.
L’utilizzo del gas è un’arma a doppio taglio per la Russia. Anche se l’Ucraina accumula 2,2 miliardi di dollari di debito, Mosca esita a tagliare la fornitura. Vladimir Putin, ha inoltre chiesto a Gazprom di attendere nuove negoziazioni prima di chiudere i rubinetti. D’altronde per la Russia ci sono in gioco i mercati europei e cinesi.
L’arma del gas ha perso la sua efficacità dalla crisi del 2006-2009. La stagione invernale è alle porte e dunque gli effetti immediati sarebbero futili. L’UE è ugualmente meno vulnerabile, alimentata ormai in parte da Nord Stream, che passa per il mar Baltico. Da oltre otto anni, l’Europa si fornisce in Norvegia e in Algeria con gas naturale liquefatto trasportabile per via marittima. “Come la sua economia, resta indipendente dalle esportazioni di energia, la Russia ha interesse a consegnare gas nell’Eu”, dichiara Lilit Gevorgyan, del consiglio IHS, specializzato nelle questioni energetiche.
D’altronde, con gli Stati Uniti, l’UE si è impegnata ad aiutare Kiev a rifornirsi, inviando del gas importato dalla Russia verso l’Europa centrale per un prezzo minore. Un procedimento classificato come illegale da parte del colosso Gazprom.
La guerra del gas viene combattuta anche nell’est della Russia. Gazprom negozia da anni un contratto che gli concederebbe per la prima volta l’accesso al gigantesco mercato cinese. Dopo aver risolto l’anno scorso le questioni tecniche, il gruppo fatica notevolmente ad accordarsi con Pechino sul prezzo e sulla firma del contratto. “Sarebbe contro produttivo per la Russia interrompere le proprie consegne di gas all’Ucraina e condurre negoziazioni con la Cina”, ha evidenziato l’analista della Bank of America, Merril Lynch.
Le negoziazioni si sono intensificate nelle ultime settimane, con l’obiettivo dell’accordo durante una visita di Putin in Cina. La Cina potrebbe dunque approffittare della situazione ucraina per ottenere vantaggi supplementari.
Gli Stati Uniti minacciano la Russia di nuove sanzioni
Il Presidente, Barack Obama, ha dichiarato giovedì: “Il bisogno per gli Stati Uniti, l’Unione europea, e gli altri paese partner di prepararsi a rispondere all’escalation russa in Ucraina, passa per nuove sanzioni”. In un comunicato pubblicato dopo una conversazione telefonica con Angela Merkel, Obama ha evocato il sostegno di Mosca per ristabilire la situazione ucraina.
di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
11 Aprile 2014