Somalia: uccisi due impiegati dell’ONU
Due impiegati dell’ONU, un francese e un Britannico, sono stati uccisi nell’aeroporto di Galkayo, nel centro della Somalia. Queste due morti sono state oggetto delle felicitazioni dei shebab.
Nella regione somala autoproclamata autonoma, il direttore locale della lotta al crimine, Abdirisak Mohamed Dirir, ha annunciato alla stampa che le vittime erano un francese e un britannico.
Il Presidente francese Francois Hollande ha condannato questo episodio che rientra nella missione dell’ONU in Somalia, e ha reso omaggio al lavoro e al coraggio dei membri dell’ONU ovunque nel mondo. Un portavoce del Foreign Office ha successivamente confermato alla stampa francese che l’altra vittima fosse di nazionalità britannica.
Il rappresentante dell’ONU in Somalia Nicholas Kay, ha precisato che i due uomini erano dei consulenti per l’ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (ONUDC) e che sono stati abbattuti da uomini armati all’aeroporto di Galkayo.
Il dipartimento di Stato americano ha condannato con forza l’assassinio dei due impiegati dell’ONUDC e ha esortato le autorità competenti ad indagare su questo crimine senza autori.
Abdirasak Mohamed Dirir ha parlato di un soldato che avrebbe ucciso le vittime senza però fornire ulteriori dettagli in merito. Secondo quanto riferito da una fonte della sicurezza dell’aeroporto somalo di Galkayo, l’uomo che ha sparato è stato ucciso, portava un uniforme della polizia e sembrava mentalmente disturbato.
Le due vittime dovevano soggiornare due giorni per incontrare le autorità locali con le quali concordare la questione del trasferimento di denaro e il sistema bancario. L’attacco tuttavia, non è stato rivendicato, ma gli shebab islamici si sono felicitati dell’episodio.
L’omicidio dei due responsabili dell’ONU a Galkayo è l’opera di un patriota, ha spiegato alla stampa francese un portavoce dei shebab, Ali Maxa Raage, accusando le vittime di essersi recate sul posto per spionaggio e che quindi la loro morte è giusta. “Non è una delle nostre operazioni, ma sosteniamo chiunque desideri uccidere i membri delle Nazioni Unite”.
Situato a 575km a nord della capitale Mogadiscio, la città di Glakayo è a cavallo tra la frontiera delle regioni autoproclamatesi indipendenti ed autonome di Puntland e i Galmudug, fuori dalle tradizionali zone d’influenza degli insorti islamici.
La regione sfugge al controllo del governo centrale di Mogadiscio. Diversi stranieri, impiegati di organizzazioni umanitarie internazionali sono stati rapiti negli ultimi anni. L’ONU sostiene un progetto nella lotta al crimine in diversi paesi nella zona dell’Oceano Indiano.
La Somalia è senza governo effettivo e in stato di guerra civile da più di 20 anni. Ciò ha permesso la nascita di numerose milizie, d’insorti islamici e di gruppi di criminali che regnano in grandi spazi del territorio.
Dopo aver controllato una grande parte del centro del sud della Somalia, gli shebab sono stati cacciati da Mogadiscio nell’agosto del 2011. Gli islamici da allora conducono una sanguinante serie di attentati indirizzati all’Amisom, ma anche nei confronti dell’ONU e dei rari stranieri presenti nel paese.
di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
8 Aprile 2014