Egitto: Washington scioccata per la condanna a morte di 529 sostenitori di Morsi
Gli Stati Uniti sono scioccati dalla condanna a morte pronunciata dalla Giustizia egiziana nei confronti di 529 sostenitori del destituito Presidente islamico Mohamed Morsi. Washington, ha esortato il regime ad interim instaurato dall’esercito a proseguire la transizione democratica.
“Siamo profondamente inquieti e molto scioccati”, ha denunciato un portavoce del dipartimento di Stato, Marie Harf. “Non sembra possibile che solo alcune testimonianze ed alcune prove conformi alle norme internazionali, possano decretare la condanna a morte di 529 persone in due giorni di processo”, ha aggiunto. “Una simile condanna è una specie di sfida alla logica”. “Continueremo a martellare il governo egiziano alfine di assicurare a tutti i detenuti in Egitto delle giuste e rispettose procedure di libertà”, ha aggiunto.
Gli Stati Uniti intervengono regolarmente contro le autorità egiziane al Cairo, instaurate dall’esercito dopo la caduta del destituito Presidente Morsi arrestato lo scorso luglio. Mohamed Morsi fu il primo Presidente eletto democraticamente nella storia del paese.
“Abbiamo detto numerose volte che quello che sembra essere un arresto o una condanna di natura politica ritarda la transizione democratica in Egitto, piuttosto che farla progredire come speriamo”, ha puntualizzato la portavoce del dipartimento di Stato Americano.
Più di 500 sostenitori del Presidente Morsi sono stati condannati a morte lunedì, per delle delle violenze commesse durante l’estate, dopo un processo avvenuto sullo sfondo di una sanguinosa repressione degli islamici in Egitto. Dei 529 condannati alla pena capitale dalla seconda udienza di questa processo avvenuto nel sud del Cairo, 153 sono attualmente in detenzione, gli altri sono in fuga.
Per rispondere a questa repressione dall’estate 2013 contro i pro-Morsi, Washington ha parzialmente sospeso il sostegno di 1,5 miliardi di dollari all’anno al Cairo, di cui una buona parte è destinata per aiuti militari. Alleata dell’Egitto da 35 anni, Washington interviene regolarmente nel paese per la transizione democratica e per il pessimo bilancio in termini di diritto dell’uomo e delle libertà pubbliche. Ma l’amministrazione Americana non ha mai parlato di colpo di Stato per la destituzione di Morsi e il capo della diplomazia americana John Kerry giudica l’intervento dell’esercito egiziano come un atto per salvare la democrazia.
di Manuel Giannantonio
(Twitter@ManuManuelg85)
24 Marzo 2014