Stati Uniti: record di errori giudiziari nel 2013
Ottocento settantuno errori giudiziari negli Stati Uniti sono stati identificati nel 2013. Le analisi hanno rilevato un impressionante numero di errori giudiziari che hanno permesso di discolpare i veri colpevoli, secondo le cifre degli ufficiali americani.
Su quasi 1 300 prigionieri giudicati innocenti negli ultimi 25 anni, 87 sono stati giudicati nel 2013, il totale annuale più importante dal 2009, secondo uno studio condotto dal Registro nazionale degli errori giudiziari.
“È una buona notizia”, ha commentato Samuel Gross, il principale autore del rapporto. “Ma i casi che conosciamo sono solo una piccola parte egli errori giudiziari che nella maggior parte dei casi, non vengono scoperti ”, ha aggiunto il professore di diritto dell’Università del Michigan. “Contrariamente a quello che possiamo pensare”, gli analisti hanno rilevato solo un quinto dei casi, rileva il National Registry of Exonerations.
Al contrario nel 38% dei casi, i detenuti vengono discolpati “grazie all’iniziativa di cooperazione delle forze dell’ordine”, che confermano la tendenza di un ruolo più attivo della polizia nella riapertura di possibili errori giudiziari.
“Sempre più persone prestano attenzione ai soggetti ingiustamente condannati, la polizia, i procuratori, i giudici, gli avvocati e il pubblico sono sempre più coscienti del pericolo di condannare degli innocenti”, ha osservato Gross. Nel 17% dei casi, la lunga pena di detenzione è stata pronunciata dopo una dichiarazione di colpevolezza, specifica la ricerca che si è focalizzata sulle condanne pesanti come omicidio e stupro.
Una delle lezioni di questo rapporto è che “le persone che si dichiarano colpevoli a volte sono innocenti”, ha specificato il Professor Gross. Trattandosi del braccio della morte, un condannato del Missouri Reginald Griffin, è stato dichiarato innocente nel 2013 dopo 25 anni di reclusione, portando a 143 il numero totale di condannati a morte giudicati innocenti a livello nazionale.
In questo caso, come in quello della metà dei prigionieri discolpati nel 2013, è la falsa testimonianza che era all’origine del loro arresto e della loro condanna.
Gli errori dei testimoni oculari sono responsabili del 38% di questi verdetti di colpevolezza, mentre nel 46% dei casi, è il comportamento degli investigatori che risulta determinante anche se spesso non è l’unico fattore decisivo secondo il rapporto.
Manuel Giannantonio
(Twitter @ManuManuelg85)
04 Febbraio 2014