Stati Uniti: Obama inghiottito nello scandalo della NSA
Edward Snowden aveva già macchiato il viaggio di Barack Obama a Berlino. In piena campagna elettorale tedesca, le prime rivelazioni sulla sorveglianza degli “amici” tedeschi per l’Agenzia Nazionale della Sicurezza (NSA) americana furono un autentico colpo basso. All’epoca dei fatti, il Presidente Obama affermava che il contenuto delle comunicazioni intercettate hanno permesso di evitare degli attentati.
Quattro mesi dopo, per il Presidente Obama non si tratta più di minimizzare, né di tenersi lontano dallo scandalo che mette a dura prova la fiducia degli alleati più vicini, indebolita dalla pretesa di Washington di incarnare l’esemplarità e la moralità agli occhi del mondo. La crisi aperta con l’Unione europea, dopo le rivelazioni delle intercettazioni nei confronti della Merkel e del suo cellulare, minacciano seriamente di indebolire Barack Obama tanto sul piano internazionale quanto interno.
Il Presidente sapeva che il telefono della cancelliera tedesca era sotto sorveglianza? Susan Rice, sua consigliera per la sicurezza, ha affermato che lo ignorava. Questa sorprendente risposta fornita durante una conversazione tra la Rice e il suo omologo tedesco Cristoph Heugsen, riportata il 25 ottobre dal “New York Times”, lascia molti interrogativi sulla realtà della leadership di Barack Obama sui servizi segreti. “Era un’idea terribilmente pessima, fare qualcosa perché abbiamo i mezzi per farla, invece di chiedersi dovevamo farlo”, ha dichiarato un alto responsabile americano sotto la copertura dell’anonimato. Se fosse vero che Obama non è stato informato, resta da capire perché i servizi interpellati hanno tenuto all’oscuro di tutto il Presidente.
Le ultime rivelazioni della NSA sembrano aver generato qualche nervosità. “Non è una buona cosa che i giornalisti detengono questi 50 000 documenti (…). Dobbiamo assolutamente trovare un modo di fermare tutto questo”, ha dichiarato giovedì, il generale Keith Alexander, il direttore dell’agenzia in un blog del Pentagono.
Come se non bastasse Twitter stava rendersi protagonista in questa spystory. Un ex capo dell’agenzia infatti è stato sorpreso in un treno durante una conversazione telefonica “off the record” con dei giornalisti. Nel treno diretto verso Newark (New Jersey), il generale Michael Hayden, ex capo della CIA e della NSA forniva giovedì ad alta voce informazioni ad alcuni giornalisti ignaro della presenza di un ex militante antiguerra, seduto qualche posto indietro. “L’ex capo della NSA divulga delle informazioni vicino a me”, ha scritto quest’uomo su twitter. Avvertito senza dubbio a distanza dai suoi collaboratori, il generale ha smascherato l’involontario testimone. Il caso si è chiuso all’americana: con una foto dei due sorridenti, postata ovviamente su internet. La lezione d’intercettazione telefonica tuttavia ha creato ulteriore disordine.
Oltre a questo episodio folkloristico, il profumo dello scandalo ha già superato la NSA e le relazioni con gli alleati europei. Secondo il “Washington Post”, le autorità americane hanno deciso di allertare alcuni servizi segreti stranieri che collaborano segretamente con gli Stati Uniti per informare che i documenti concernenti questa operazione sono caduti nelle mani di Edward Snowden. La loro eventuale divulgazione potrebbe nuocere alle relazioni di Washington con i paesi sensibili. Questa volta non si tratta di statistiche sulle intercettazioni ma di 30 000 documenti segretissimi che riguardano le capacità militari o le strategie di alcuni Stati ostili. Edward Snowden avrebbe avuto accesso a questi dati con l’ausilio di un sistema di comunicazione destinato alle forze armate. “Si tratta della fuga di informazioni più colossale della storia degli Stati Uniti”, ha dichiarato venerdì sulla CBS news, Michael Morell, ex direttore aggiunto della CIA.
Rifugiato a Mosca dopo una tappa ad Hongkong, l’ex informatico della NSA accusato di spionaggio ha affermato che ha consegnato tutti i documenti in suo possesso a dei giornalisti prima di partire per la Russia e che non ci sono dunque “rischi che i Russi o i Cinesi possano ricevere un documento”. Il giornalista americano Glenn Greenwald, depositario di questi documenti ha assicurato che “non aiuterà mai paesi nemici degli Stati Uniti a sfuggire alla sorveglianza”.
Barack Obama non ha certamente bisogno di questi nuovi dettagli nel caso Datagate (NSA- Snowden) mentre la sua amministrazione è già coinvolta in un altro scandalo che agita molto di più gli Americani: il fiasco del sito Healtcare.gov che doveva permettere ai milioni di americani privi di copertura di accedere ai contratti abbordabili nei 36 Stati che hanno rifiutato di creare siti locali. Dei problemi però impediscono il pubblico di iscriversi al sito. “Nessuno è più furioso di me”, ha dichiarato Obama lunedì 21 ottobre. Venerdì, il governo americano ha incaricato una società informatica privata di stabilizzare il sistema da qui alla fine di novembre, evidenziando l’incapacità dell’amministrazione federale, che coordinava fino ad oggi il progetto.
Manuel Giannantonio
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26 ottobre 2013