Paesi Bassi: arrestato un diplomatico russo per violenza sui propri figli
L’arresto, sabato 5 ottobre nei pressi di l’Aia, di un diplomatico russo e della sua sposa, ha rapidamente aumentato le tensioni tra i Paesi Bassi e Mosca. Denunciando il gesto come “ingiusto”, il Presidente russo Vladimir Putin esige scuse ufficiali. Sono arrivate mercoledì 9 ottobre: il ministro degli Esteri, Frans Timmermans, ha riconosciuto la violazione dell’immunità diplomatica di Dimitri Borodin, numero due dell’ambasciata russa. Il ministro ha tuttavia evocato la sua comprensione per l’intervento della polizia.
Gli agenti avevano interpellato Borodin dopo aver constatato che, ubriaco, maltrattava fisicamente i suoi bambini tirandoli per i capelli. Borodin si è visto entrare quattro persone in uniforme che l’hanno picchiato senza dargli la possibilità di avvisare i colleghi. Condotto in commissariato, il diplomatico è stato tenuto tre ore nella struttura. Ha affermato di aver colpito i suoi figli ma anche di avergli messo le manette. Evocando una “violazione dei diritti dell’uomo”, le autorità russe replicano di esigere le scuse ufficiali e hanno convocato l’ambasciatore dei Paesi Bassi.
Il Ministero degli Esteri olandese rispondeva indicando che un’inchiesta è stata aperta. Ha concluso che l’immunità diplomatica, garantita da un trattato internazionale del 1961, è garantita, ma che la polizia è intervenuta in seguito ad una chiamata.
Questo episodio è l’ultimo di una serie che ha visto le autorità russe e olandesi confrontarsi da mesi. Lo scorso gennaio, Alexander Dolmatov, un oppositore di Putin che ha chiesto asilo ai Paesi Bassi è stato trovato morto a Rotterdam. Suicidio o assassinio? Ufficialmente, è stata confermata la prima versione.
Più recentemente, la nave di Greenpeace, Artic Sunrise protestava contro le forature di GazProm (colosso russo di fornitura gas). Due dei trenta militanti arrestati erano dei Paesi Bassi: il meccanico Mannes Ubbels e Faiza Oulahsen, responsabile del partito ecologista GroenLinks ad Amsterdam. Accusati di “pirateria” sono stati posti in detenzione preventiva per due mesi e rischiano, fino a quindici anni di prigione.
In una lettera al sindaco di Amsterdam, Eberharrd Edzrd van der Laan ha reclamato la liberazione da una condizione di detenzione “disumana” e l’assenza di un traduttore suscettibile di aiutarli. Qualche settimana fa la città di Amsterdam aveva già fortemente irritato il Cremlino esigendo una protesta ufficiale del governo olandese contro la repressione degli omosessuali in Russia. Come pronta risposta in questa sfida diplomatica, un fotografo e uno scrittore olandese sono stati privati del visto.
Il re Willem Alexander e la sua sposa devono recarsi a novembre a Mosca per una visita ufficiale. Secondo il primo ministro, Mark Rutte, la sua condotta non sarà influenzata da questi episodi. “La nostra relazione con la Russia è buona”, ha voluto affermare il primo ministro.
di Manuel Giannantonio
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10 ottobre 2013