Siria: l’Europa inizia ad accogliere i rifugiati
30 000 rifugiati soltanto sono stati accolti dalla Siria considerando i due milioni che sono fuggiti dal paese, dopo il conflitto, l’Europa non sembra essere generosa. L’Unione europea si rifiuta per ora, di aprire una clausola di protezione temporanea, permettendo di accogliere sul proprio suolo un numero importante di rifugiati. “Non c’è stato un afflusso di massa” attualmente e nulla che giustifichi l’applicazione di questa clausola secondo il portavoce della commissione europea incaricata degli affari interni, Cecilia Malmström.
I siriani sono tuttavia diventati nel 2012 il gruppo più numeroso ad aver chiesto ed ottenuto lo status di rifugiati in Europa. Tra i 18 700 Siriani che hanno ottenuto questo status nel 2012, più dei due terzi sono registrati in due Stati membri: la Germania (8 400) e la Svezia (5 000). Ma i piccoli paesi non sono da meno: 564 rifugiati a Cipro, 595 in Belgio, 770 in Danimarca, 870 in Austria e 627 in Francia.
Oggi ci sono più di 2 milioni di rifugiati registrati dalle organizzazioni internazionali. I paesi vicini alla Turchia, la Giordania e il Libano soffocano. Molti cominciano a sfidare la sorte per raggiungere un gommone o una nave per raggiungere il continente. La guardia costiera bulgara e rumena, vede arrivare sempre di più imbarcazioni al largo delle loro coste, cariche di quelli che loro chiamano clandestini. “Negli ultimi 40 giorni circa 3 300 siriani, dei quali 230 bambini non accompagnati, sono arrivati nel bel paese, soprattutto in Sicilia”, ha spiegato il portavoce dell’Alto commissariato dei rifugiati (HCR) alla stampa e ai giornalisti.
Di fronte a quest’afflusso, diversi paesi hanno annunciato di voler accogliere diversi rifugiati. Dopo essersi fatta tirare le orecchie, la Germania ha offerto 5 000 posti per persone bisognose di una “protezione particolare” ma anche la Finlandia potrebbe accoglierne 1000, l’Austria 500. La Svezia ha annunciato, primo paese ad averlo fatto, di accordare l’asilo a tutti i richiedenti siriani.
Ogni paese europeo risponde all’appello in ordine sparso, secondo un’agenda nazionale. Nessun coordinamento è stato concretizzato a livello europeo nonostante molti politici abbiano sollevato la questione. Al Parlamento europeo, durante un dibattito sulla Siria, mercoledì scorso, solo il gruppo Liberale Democratico e i Verdi hanno apertamente evocato il soggetto. “Noi possiamo e dobbiamo offrire aiuti per chi è intrappolato in condizioni terribili lungo le frontiere siriane”, ha affermato l’ex Primo ministro belga Guy Verhofstadt, leader dei liberali e democratici. “Occorre convocare d’urgenza una conferenza umanitaria alfine di trovare un accordo sulla protezione temporanea dei rifugiati che cercano di fuggire dal conflitto”.
di Manuel Giannantonio
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14 settembre 2013