La Medea di Euripide al Teatro Flavio: la tragedia greca in scena nel cuore di Roma
Nella Grecia dell’età classica, e negli anni dello straordinario splendore culturale e politico che Atene vive sotto lo stratega Pericle, il successo e la fama del genere della tragedia sono indissolubilmente legati a tre grandi tragediografi, le cui opere riescono tutt’oggi ad emozionare e a far riflettere: Eschilo, Sofocle ed infine il più giovane Euripide.
Se Eschilo e Sofocle furono largamente apprezzati dai loro concittadini, in quanto considerati portatori dei valori della polis ateniese, i contemporanei non riuscirono ad apprezzare e ad amare fino in fondo il teatro “sperimentale “ed innovatore delle tragedie di Euripide, la cui grandezza verrà celebrata soltanto dai tragici latini posteri, la cui emulazione getterà le basi del teatro europeo moderno.
La grande novità euripidea è la profonda analisi psicologica dei personaggi del suo teatro, con eroi o eroine che perdono il loro status di individui privi di dubbi, immobili ed statuari nelle proprie decisioni, per divenire semplici uomini mortali, persone insicure e dilaniate dall’incertezza dell’agire. Nelle tragedie di Euripide Il conflitto non avviene tra l’eroe, forte dei propri valori, e un soggetto esterno, ma lo scontro è tutto interiore. Proprio lo scontro interiore e il dubbio sono i protagonisti della Medea, opera che forse più di tutte riesce a rendere il conflitto manicheo su cui si fonda il teatro di Euripide. Medea, che dopo aver tradito il proprio padre, re della Colchide ed ucciso lo zio Pelia per amore di Giasone, da quest’ultimo viene ripudiata per sposare Glauce, figlia del re di Corinto Creonte. La protagonista dilaniata, spezzata dalla umiliazione e dalla volontà di vendicarsi, matura cosi dentro di se un piano che possa darle giustizia e soprattutto rendere infelice eternamente Giasone. La vendetta di Medea sarà quella di distruggere sia il futuro del suo amato traditore, avvelenando Glauce e Creonte, sia il suo passato, uccidendo i propri figli. La terribile decisione dell’infanticidio sconvolge e divide l’animo di Medea, dilaniata dall’atrocità del gesto e la necessità di vendicare l’affronto e le umiliazioni subite.
La Medea messa in scena al Teatro Flavio, per la regia di Franco Venturini, rimane fedele al testo euripideo, mantenendo intatta l’atmosfera e le caratteristiche dell’opera originale, discostandosi solo attraverso l’inserimento di alcune azioni sceniche, che accennate o sottintese non sono presenti in Euripide. Scelta chiara del regista è quella di dare maggiore linearità allo svolgimento della tragedia, interpretando alcuni passaggi del testo in modo da offrire allo spettatore un quadro più chiaro possibile delle vicende in scena. Ottima la prova interpretativa dell’attrice protagonista Federica De Vita, che riesce a restituire pienamente allo spettatore il dramma di Medea, divisa tra il suo essere donna ferita nell’orgoglio e allo stesso tempo madre. Da sottolineare inoltre l’uso sapiente delle musiche, che coinvolgono in pieno lo spettatore, facendogli vivere la realtà del dramma antico. La tragedia rimarrà in scena al teatro Flavio, Via G.B. Crescimbeni 19 (Colosseo), fino al 14 Aprile.
Damiano Rossi – redazione Roma
25 marzo 2013