La Compagnia della Fortezza: Naturae, la valle dell’annientamento
Lo spettacolo Naturae, la valle dell’annientamento, è stato presentato all’interno del Carcere di Volterra, dal 25 luglio al 1 agosto 2021 da La Compagnia della Fortezza con la direzione artistica di Armando Punzo e la cura e la direzione organizzativa di Cinzia de Felice.
Dal 1987 Armando Punzo lavora nel carcere di Volterra, maestosa fortezza medicea che sembra rappresentare una realtà univoca, granitica, monolitica, quasi rassicurante se vista da fuori, mortifera se vista e vissuta da dentro.
Punzo, grazie ad un’amministrazione lungimirante, non ha visto però sbarre, porte di ferro, crimini. Non ha visto buoni e cattivi. Ha fatto “semplicemente” teatro in carcere lavorando con i detenuti. Operando cosi, una piccola, grande rivoluzione.
Perchè lui sa che per il teatro i sogni, le visioni, le parole leggere, possono essere la vera realtà mentre ciò che chiamiamo normalmente realtà, è solo superficie. E che la prigione, da limite che divide noi da loro, diventa qualcosa che riguarda la società tutta.
Ecco quindi che Naturae, la valle dell’annientamento, come altri spettacoli di Punzo, nasce da un flusso di suggestioni, di ispirazioni continue, lente, perchè in carcere non c’è velocità, quasi medianiche, in un continuo florilegio di immagini-simbolo che sfuggono a una piena intelligibilità.
La scena, ai piedi di un alto muro della fortezza medicea, è abbacinante. Da subito sono costretta a chiudere alternativamente un occhio e poi l’altro, come se la vista non arrivasse a cogliere la realtà.
Come arrivare a vedere infatti tutto quello che sfugge, quando il centro cambia come l’orizzonte dalla prospettiva di chi guarda e il filo che separa il dentro dal fuori, il vuoto dal pieno, è trasparente malgrado i grandi muri?
Sul bianco spazio accecante, alcuni uomini si muovono con lenti e continui movimenti rotatori, reggendo una pesante e gigantesca grata bianca che rotea su se stessa facendo perno su un solo angolo. Sono uomini forti, dal torace nudo e possente. Ricordano Sisifo e la sua tragicità eroica. Loro come lui, sono coscienti del loro destino: dopo una vampata violenta, la loro vita sembra essersi “sopra di loro richiusa”.
Mentre continuano a roteare tenendo in equilibrio la grata, piena di vuoti che si riempono occasionalmente, la scena si popola: arriva il gobbo, fedele servitore con in mano un candelabro; un uomo vestito di nero, che tiene una lampada che illumina a malapena metà del suo viso; avanza incerto, l’uomo con la testa avvolta da uno spago rosso che ricorda una tela di Magritte mentre un silenzioso bonzo attraversa la scena; un uomo in frac bianco, elegantissimo si avvicina ad uno vestito di rosso, che abbozza passi di danza. C’è anche un cieco, con grandi occhiali scuri, che cerca nel cielo la sua stella.
Poi entra in scena un corteo silenzioso, un carrozzone che va avanti da sé, “con le regine i suoi fanti i suoi re”, “ con capitani coraggiosi, furbi contrabbandieri macedoni, gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming”. Ed effettivamente, volteggiano nell’aria, appesi ad aste, lunghi abiti cinesi, mentre due figure femminili, eteree, avanzano tra danzatori con abiti sufi lanciati in una danza vorticosa e liberatoria.
Naturae: rito di allontanamento dalla propria identità
Sembra il regno, il trionfo dei corpi solidi, materici, ciascuno dei quali trova un suo spazio dopo aver imparato ad ascoltare e rispettare quello dell’altro. A volte sono paralizzati nei movimenti, ricoperti da una patina bianca, quasi ingessati finanche nelle emozioni. Ma basta un gesto, un contatto simile ad una carezza, perchè il corpo torni a vivere, a sentire, ad avere un’anima.
E questa vita quasi allucinatoria che scorre davanti ai nostri occhi, diventa qui, all’interno di questo carcere, un rito di allontanamento dalla (nostra e loro, degli attori) identità, uno staccarsi per poter rincorrere parole lievi, leggere, che consentono di continuare ad esistere, di andare avanti, almeno per oggi. La realtà reale, la prigione, viene abitata da un’altra realtà illuminata da un desiderio nostalgico. Si crea così lo spazio del possibile. Ed è libertà!
Naturae, la valle dell’annientamento
Fortezza Medicea – Volterra
25 luglio al 1 agosto 2021
regia e drammaturgia Armando Punzo
musiche originali e sound design Andrea Salvadori
scene Alessandro Marzetti Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
coreografie Pascale Piscina
aiuto regia Laura Cleri
organizzazione generale Cinzia de Felice
assistente alla regia Alice Toccacieli
aiuto scenografo Yuri Punzo
assistenza ai costumi Tarek Omezzine, Fan Faquan, Saverio Barbera, Romeo Bogdan Erdei
collaborazione alle scenografie Luca Dal Pozzo, Marian Iosif Petru, Domenico Prospero collaborazione drammaturgica Alice Toccacieli, Francesca Tisano, Fabio Valentino, Paul Cocia
collaborazione artistica: Elisa Betti, Giulia Guastalegname, Luisa Raimondi
foto di scena Stefano Vaja documentazione video Francesco Zollo –Nico Rossi / Vai Oltre!
In scena Ciro Afeltra, Endrit Bajara, Saverio Barbera, Franco Bellingheri, Amaell Ben Nour, Filippo Bonura, Claudio Borgarelli, Abderraim Bournik, Paolo Brucci, Valentin Bukur, Maxwell Caratti, Daniel Chukwuka, Paul Cocian, Giuliano Costantini, Ismet Cucka, Fabio Desogus, Lucio Di Iorio, Armando Di Puoti, Fabrizio Di Pasquale, Domenico Donato, Youssef Elkalidi, Bogdan Erdei Romeo, Antonio Faedda, Faquan Fan, Salvatore Farina, Giovanni Fontana, Federico Furlan, Salvatore Giordano, Francesco Guardo, Antonio Iazzetta, Fraj Immami, Naser Kermeni, Nik Kodra, Urim Laci, Jie Lin Jie, Giuseppe Licata, Amid Maatoui, Vito Maenza, Mbaresim Malaj, Jetmir Marku, Emanuele Matarazzo, Luca Matarazzo, Paolo Matija, Amin Montassir, Antonio Nastro, Arjon Nezhai, Tarek Omezzine, Marian Petru Iosif, Fabio Prete, Domenico Prospero, Ciprian Putanu Marius, Simone Rampin, Hamadi Rezeg, Elio Rorondale, Adrian Saracil, Ivan Savic, Vincenzo Sorio, Marjan Stamate, Salvatore Stentardo, Timon Tarantino, Mestan Thaqui, Fabio Valentino, Biagio Vecchio, Alessandro Ventriglia, Salvatore Vinci, Tony Waychey, Carlo Zingarello, Peng Zhi Zou. e Armando Punzo, Andreino Salvadori, Isabella Brogi, Gaetano Spera, Francesca Tisano, Elisa Betti, Giulia Guastalegname
media e comunicazione Simone Pacini
assistenza organizzativa Roberto Raspollini, Francesca Lateana, Alessandra Pirisi
ospitalità Jacopo Angiolini
accoglienza pubblico Silvia Pasquinucci
collaborazione organizzativa Associazione VaiOltre!
grafic design Funambulo Lab
web designer Luisa Raimondi
direzione tecnica Carlo Gattai
sound Alessio Lombardi
macchinistaElisa Bertini service Marco Bagnai Conigliolo Sbuzzato Service