Con “Cuba & His Teddy Bear” di Reinaldo Povod, ovvero Roman e il suo cucciolo, Alessandro Gassman al teatro Franco Parenti a Milano fino al 27 novembre
Interno di una comunità romena: Roman è uno spacciatore di droga semianalfabeta alle prese con un figlio adolescente che cerca un’alternativa di emancipazione, ma è progressivamente schiacciato prima dall’autorità paterna, poi dalla dipendenza dall’eroina. Nel testo di Povod non c’è nessuna lettura ideologica, persino il tema sociale dell’immigrazione, che riguarda l’Italia come tutti i paesi del nostro Occidente, e della difficile integrazione è trattato senza paternalismi.
Costruzione e narrazione quasi agli antipodi e volutamente, per questa messa in scena dal regista ed anche interprete Alessandro Gassman e da Edoardo Erba che ha curato la traduzione e l’adattamento. Lo spunto è attribuito ad un testo datato di Reinaldo Povod “Cuba & His Teddy Bear” che genera “Roman e il suo cucciolo”. La drammaturgia e lo stile narrativo “sgrammaticato”, non possiede un cliché classico, dal finale a lieto fine o con un colpevole da imputare; ci sono tutti gli ingredienti del giallo, del melodramma e della commedia con punte di fredda e macabra ironia.
La storia in effetti è un pretesto per avviare un filo conduttore variabile e versatile; non un caso estrapolarla dalla “Lower East Side ed ambientarla in una periferia di una metropoli nel contesto di un campo nomade piuttosto che altrove. L’elaborazione, il testo e la location magari smagliante o tutto inglobato in un campo dorato, li costruiscono i personaggi. Proprio come in queste performances: lavoro sull’attore essere umano, nell’intento di favorire le capacità relazionali facendo leva sulle autonomie “sregolate” degli attori, con il colore e le sfumature, non di un gruppo di lavoro ma, di ruoli vari mirati all’abilità. Infatti il lavoro é strutturalmente fatto per “l’Attore”: del pensiero degli interpreti e dei personaggi. Il loro mondo interno, conoscenza e capacità di relazione propositiva e stimolo alla comunicazione. Come tutti i personaggi ruotano intorno alla metafora “cucciolo”, così ognuno vorrebbe fortemente proteggere da ogni malvagità in un contenitore protettivo, chi nel voler conoscere il sociale, ignora le dinamiche psichiche e subdole dell’essere umano. Il dialogo di Povod colorato e tagliente si adatta ai personaggi. Uno stile creativo che comunque ti coinvolge. Da vedere.
“E’ un testo che mi ha coinvolto fin dalla prima lettura per l’umanità dei suoi personaggi. […] Ma è anche una storia di disperazione e di degrado che, attraverso il drammatico destino di un’umanità condannata all’emarginazione, rimanda a problematiche sociali di grande attualità. Una delle sfide più difficili del terzo millennio sarà quella di imparare a vivere in una società unita nella pluralità, ponendo come base quanto ci è comune: la nostra umanità.” (A. Gassman).
Intertepreti: Alessandro Gassman con Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi e con Giovanni Anzaldo, Matteo Taranto, Natalia Lungu, Andrea Paolotti, scene Gianluca Amodio, costumi di Helga H.Williams, musiche originali Pivio&Aldo De Scalzi.
Informazioni:
Teatro Franco Parenti – Sala Grande – Via Pier Lombardo, 14 Milano
Orari spettacoli: martedì – giovedì – venerdì – h 21.15 – mercoledì – sabato – h 19.30 –
domenica – h 16.30
Orari biglietteria: dal lunedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00 – domenica dalle 10.00 alle 12.30 – Prezzi: da 40 a 10 euro – Prenotazioni allo 02.59995206
www.teatrofrancoparenti.it
di Angelo Antonio Messina
26 novembre 2011