Siria, Assad: ”vinceremo la guerra”. Onu: ”intervenga la corte penale”
Mentre in tutta la Siria ogni giorno vengono violati diritti umani e messi in atto crimini di guerra e operazioni repressive senza precedenti, solo oggi si contano 73 vittime tra i civili, il presidente Bashar al-Assad continua a portare avanti la sua politica negazionista. Nel corso di un’intervista, rilasciata al quotidiano di Beirut As-Safir, ha dichiarato: «vinceremo noi, siamo rassicurati dagli sviluppi politici e militari in atto. Questo non significa che sia già tutto a posto, abbiamo ancora molto da fare, sia sul piano politico sia nella battaglia contro gli estremisti dei gruppi terroristici».
Assad ha inoltre affermato: «Siamo convinti che l’avvenire è nostro. La Siria ha la forza di volontà per sconfiggere la cospirazione, e coloro che ci sono leali rappresentano la maggioranza assoluta dei siriani. Altrimenti, come si spiega che il nostro corpo diplomatico nel mondo intero ci è rimasto fedele nonostante le allettanti offerte rivolte a consoli e ad ambasciatori?».
Così mentre il presidente siriano continua a coprire la repressione con la flebile ombra del “complotto” internazionale le vittime continuano a crescere giorno dopo giorno, dall’inizio delle proteste contro il regime, secondo le associazioni umanitarie, ci sarebbero state almeno 70mila vittime. Cresce anche il numero di cittadini che abbandona il paese e degli sfollati (600mila persone), così come la paura che il conflitto possa uscire dai confini siriani, in particolar modo se verranno usate armi chimiche, come si è ipotizzato sia già avvenuto in due occasioni, lo scorso dicembre e gennaio a Homs.
Per ora però le nazioni che si sono da sempre espresse contro le brutalità commesse dal regime siriano, Francia, Gran Bretagna e Usa, non sono riuscite ad incidere positivamente sulla situazione. Il paese che spinge maggiormente per un intervento più concreto è la Gran Bretagna che preme per agevolare il rifornimento di armi ai ribelli.
Intanto la commissione d’inchiesta dell’Onu, nel suo ultimo rapporto presentato oggi a Ginevra, ha affermato che alcuni leader del regime siriano sono sospettati di aver compiuto gravi crimini di guerra nel Paese. A tal proposito Carla Del Ponte, membro della Commissione dell’ONU di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Siria, ha dichiarato che è giunta ora che la giustizia, in particolar modo la Corte penale internazionale, si occupi una volta per tutte della situazione che vige in Siria.
Enrico Ferdinandi
(Twitter @FerdinandiE)
18 febbraio 2013