Siria, Assad: ”vivro’ e moriro’ qui”

Prosegue la crisi siriana, anzi peggiora, aumentano gli scontri, si fa di giorno in giorno più latente la democrazia, la verità giornalistica e più forte la dissimulazione e la paura dei cittadini che sempre in maggior numero abbandonano il Paese.
Uno scontro che sta facendo inasprendo anche i rapporti fra Usa e Russia, la guerra fredda scende di qualche grado sotto lo zero e viene ancora combattuta su suolo straniero, un suolo dove però c’è un dittatore che sta perdendo sempre di più il controllo della situazione ma che al momento sembra di fatto quasi inattaccabile.
Ciò da al presidente Bashar Assad una spavalderia, delirio d’onnipotenza, che lo ha portato quest’oggi ad affermare, nel corso di un intervista rilasciata all’amica rete televisiva “Russia Today“: «Non sono un burattino, voglio vivere e morire in Siria, l’ultimo bastione del secolarismo nella regione».
Frase di chiaro rifermento alla proposta avanzata negli scorsi giorni dal premier britannico David Cameron che aveva proposto per lui un salvacondotto per l’esilio, ipotesi bocciata duramente così come duro è stato il commento, non è certo la prima volta, ad un possibile intervento straniero: «causerebbe – avverte Assad – un effetto domino dall’Atlantico al Pacifico».
Forte dell’appoggio di Teheran, Pechino e Mosca, Assad ha poi lanciato accuse contro le potenze occidentali: “Il problema non è tra me e il popolo. La questione è che ho contro gli Stati Uniti, l’Occidente e molti paesi arabi e anche la Turchia. In questa situazione se avessi ostile anche il popolo siriano, come potrei restare qui?”
Intanto l’osservatorio siriano dei diritti umani ha dichiarato che solo nella giornata di ieri sono morte 108 persone, di cui 32 civili, 28 ribelli e 48 soldati, un numero destinato ad aumentare nelle prossime ore. Davanti alle nuove violenze la Croce Rossa ha annunciato di non riuscire più a garantire l’intervento umanitario in molte zone del paese tra cui la città di Aleppo dove ogni giorno si consumano esecuzioni sommarie ed eccidi.
Enrico Ferdinandi
9 novembre 2012